10.07.2015 Views

SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Mi inchinai e tornai alla porta.“Graziani!”Mi riavvicinai.“Qualc<strong>un</strong>o ha tentato di uccidermi. Colui che osa <strong>un</strong> simile eccesso che altro si<strong>per</strong>metterà? Cercano di uccidere molti capi... come dire... etnici”Rimasi a guardarla cercando di non dir niente.“Tu ne sai qualcosa?”mi guardò attraverso la sua maschera di rughe e pieghe“Lo sai pure tu. Altri capi sono stati uccisi. Qualc<strong>un</strong>o mi paga <strong>per</strong> capirci qualcosa.Posso fare qualche domanda anche <strong>per</strong> te.”Mi guardò <strong>per</strong> <strong>un</strong> po’ “L’ascia non può tagliare il manico e non è stata <strong>un</strong>’ascia atagliare quel collo, lo sai.”pensava e mi guardava pensierosa negli occhi. Alzò, allafine, le spalle. “Fa’ <strong>un</strong> po’ come ti pare, tanto lo faresti com<strong>un</strong>que. Veleno, nel tè,sotto l’acqua bollente che si versa, si manifesta il drago. Chi ce l’ha messo lavoravacon me, quando ha visto che non sono morta si è ucciso, pista chiusa.”“Perché non sei morta?”“E tu <strong>per</strong>ché non sei ancora morto? Un caso.”Non sapevo che rispondere, mi sentivo vagamente in colpa. “Farò qualchedomanda.”Mi inchinai ancora e mi girai <strong>per</strong> andarmene.“Graziani!”Ogni volta mi fermava il cuore. Le tornai vicino. “Se va bene il padre può andarbene anche il figlio, ausilio degli oppressi?”chiese.Non capii subito. Rimasi a guardarla come <strong>un</strong> idiota <strong>per</strong> qualche secondo. Poi ebbi<strong>un</strong> insight.“La signorina Yue aveva <strong>un</strong> figlio?”“Avevano <strong>un</strong> figlio, sì. Un segreto è acqua profumata in <strong>un</strong> flacone,ora deveevaporare, io ti disserro il tappo.”Ci misi meno tempo a capire questa volta. Sospirai.“Per il controllo del DNA vabenissimo il figlio, dov’è?”“Alla tua scuola.”“L’istituto comprensivo Repubblica Romana?”“Sì. Alle elementari,” chiuse <strong>un</strong> attimo gli occhi “frequenta la prima B”“Grazie, Dolce Madre. Posso andare?”“Sì. Ma non usare il bancomat ed il cellulare. Hai soldi?”“Ne avevo ma ora...Non abbastanza.”Mi guardò con <strong>un</strong> solco l<strong>un</strong>go il viso, come <strong>un</strong>a specie di sorriso.“Ti do io <strong>un</strong> bancomat cinese.” Si staccò <strong>un</strong>a piccola spilla d’oro dal foulard. Era lasemplice rappresentazione dell’ideogramma «jing», «pozzo».Il simbolo del Pozzodegli Otto Immortali…si chiamava così l’ organizzazione della Dolce Madre.“Il quadrato grande circonda il pozzo: nove quadrati piccoli vedono la luce delgiorno.”La signorina Yue <strong>un</strong>a volta mi aveva spiegato che quel proverbio o detto cinese era<strong>un</strong>a allusione alla forma dell’ideogramma. Posizionato all'interno di <strong>un</strong> quadrato, lodivide in nove quadrati più piccoli uguali tra loro. Ai tempi della dinastia Yin, pezzidi terreno a forma di quadrato erano coltivati da otto famiglie collegate tra loro eogn<strong>un</strong>a disponeva di <strong>un</strong>o dei quadrati piccoli del “pozzo” e collaborava con le altre<strong>per</strong> coltivare il quadrato di terreno centrale, il campo com<strong>un</strong>e.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!