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La Porta, <strong>quaderno</strong> secondo <strong>10</strong>1<br />
stra più grande esistenza.<br />
Ostacolati da questo muro, ma anche attraverso<br />
di esso, possiamo guardare nel nostro sé e nella nostra<br />
realtà interiori solo attraverso fessure e feritoie e non<br />
vi vediamo altro che una misteriosa oscurità.<br />
Allo stesso tempo la nostra coscienza vuole difendere<br />
la sua individualizzazione egocentrica, non soltanto<br />
contro il suo sé più profondo d’unità e d’infinità, ma<br />
anche contro l’infinito cosmico.<br />
Per questo essa erige anche qui un muro divisorio<br />
impedendo l’accesso a tutto ciò che non è centrato attorno<br />
al suo ego, escludendolo come non-sé. Dal momento<br />
però che deve vivere con questo non-sé, (sentendo che<br />
non le appartiene, pur dipendendo da lei, e abitando in<br />
lei), deve mantenere con esso qualche mezzo di comunicazione;<br />
deve anche fare delle escursioni fuori dal muro<br />
del suo ego, dentro cui si confina nei limiti del corpo,<br />
al fine di provvedere a quei bisogni che il non-sé può<br />
procurarle. La nostra coscienza deve anche imparare<br />
a conoscere in qualche modo tutto ciò che la circonda<br />
così da dominare e mettere, per quanto è possibile, al<br />
servizio della vita e dell’ego umani, sia individuali che<br />
collettivi, il proprio non-sé …(omissis).”<br />
Cosimo aggiunse con una parentesi:<br />
“Queste riflessioni potranno orientare su più vasti orizzonti<br />
le tue ricerche verso i significati e le intrepretazioni