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La Porta, quaderno secondo 155
Se c’è un Essere che diviene, una Realtà d’esistenza
che si svolge nel Tempo, ciò che quest’essere e questa
Realtà sono in segreto, è quanto noi dobbiamo divenire,
e questo divenire è il significato della nostra vita …
(omissis).
In noi la coscienza è la Mente, mentre la nostra mente
ignorante e imperfetta finisce con l’avere tra esse, un
potere intermedio che è cresciuto e continua a crescere
verso qualcosa che la sorpassa: avviene così che, come
ci furono livelli di incoscienza che sono apparsi prima
della mente e dai quali essa è sorta, devono evidentemente
esserci livelli superiori verso cui la mente si eleva.
Infatti prima della nostra mente che pensa, ragiona
e riflette, c’era una coscienza che non pensava, ma
viveva e sentiva, e prima di questa c’era il subcosciente
e l’incosciente; dopo di noi, o nel nostro Sé non ancora
apparso nell’evoluzione, deve probabilmente esserci una
coscienza più grande che attende, luminosa in se e che
non dipende dal pensiero costruttivo: la nostra mente
pensante, imperfetta e ignorante, non è certamente l’ultima
parola della coscienza, o la sua ultima possibilità
…(omissis).
Ma quest’evoluzione della nostra coscienza verso il
suo culmine o verso una sovracoscienza sarà possibile
solo se l’Incoscienza, che qui è la nostra base, sarà, in
realtà, essa stessa una Sovracoscienza involuta; perché
ciò che deve apparire nel divenire della Realtà in noi, è