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162 Anonimo Pellegrino
rienza spirituale interiore; di questo silenzio e di questo
vuoto la mente fisica ha una certa paura; la piccola
mente pensante o vitale che agisce in superficie se ne
ritrae o ne ha avversione, perché confonde il silenzio con
l’incapacità mentale e vitale, e il vuoto con la cessazione
o la non esistenza …(omissis).
In realtà, questa interiorizzazione, questo movimento
verso l’interno, non è un imprigionamento nel sé
personale, ma il primo passo verso una vera universalità;
esso ci apporta tanto la verità della nostra esistenza
esteriore quanto la verità della nostra esistenza interiore.
Questa vita interiore può infatti estendersi ed abbracciare
la vita universale, mettersi in contatto con la vita
di tutti, penetrarla e inglobarla con una realtà e una
forza dinamica ben più grandi di quanto sia possibile
nella nostra coscienza di superficie.
Così scopriremo come la massima universalizzazione
possibile in superficie è un misero e difficoltoso
tentativo, - una costruzione, una finzione e non la vera
cosa, perché nella nostra coscienza di superficie siamo
obbligatoriamente separati dalla coscienza degli altri e
costretti a portare le catene dell’ego.
Lì il nostro stesso altruismo diventa il più delle
volte una forma sottile d’egoismo o si trasforma in
una più vasta affermazione del nostro ego; soddisfatti
del nostro atteggiamento altruista, non ci accorgiamo
ch’esso è pretesto per imporre il nostro sé individuale,