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La Porta, quaderno secondo 97
porale; perché ciò che non conosciamo è ciò che non
abbiamo ancora afferrato, coniato e usato nella nostra
esperienza mentale, o che abbiamo smesso di coniare e
usare; mentre dietro, tutto è conosciuto, tutto è pronto
per essere impiegato secondo la volontà del Sé nei suoi
rapporti col Tempo, con lo Spazio e la Causalità.
Si potrebbe quasi dire che il nostro essere di superficie
non è che il più profondo Sé eterno in noi che si
proietta all’esterno, avventuriero nel Tempo, giocando
d’azzardo e speculando in infinite possibilità, limitandosi
alla successione dei momenti sì da poter avere la
sorpresa e la felicità dell’avventura, tenendo nascosta
la sua conoscenza-di-sé e la sua completa esistenza-in-sé
per poter riguadagnare quello che sembra aver perduto,
riconquistando tutto se stesso attraverso le vicissitudini
della gioia e del dolore di una Passione, in una ricerca
e uno sforzo eterni …(omissis).
La nostra cognizione di superficie, il nostro modo
mentale limitato e ristretto di osservare il nostro sé,
i nostri movimenti interiori, il mondo esterno a noi, i
suoi oggetti e avvenimenti, è così costituito che deriva a
livelli differenti, identificati da un quadruplice ordine
di conoscenza …(omissis).
Quest’identificazione è possibile attraverso una
separazione e identificazione parziale simultanee,
perché queste cose sono dei divenire del nostro essere,
quali determinazioni della nostra sostanza mentale
e della nostra energia mentale, della nostra sostanza