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124 Anonimo Pellegrino
Finisce così che l’altruismo preso come regole di vita
non ci libera; è un potente strumento per allargarci e
per correggere l’ego più ristretto, ma non lo abolisce né
lo trasforma nel vero sé uno con tutto; l’ego dell’altruista
è potente e assorbe tanto quanto l’ego dell’egoista,
ed è spesso più potente e insistente in quanto è un ego
volitivamente ipocrita e magnificato …(omissis).
La vera soluzione interverrà unicamente quando,
per la nostra crescita spirituale, possiamo divenire un
solo sé con tutti gli esseri, conoscerli come parte del nostro
sé, trattarli come se fossero nostri altri sé; solo allora
la divisione è guarita, e la legge di un’affermazione di
sé separata, che conduce automaticamente a un’affermazione
contro gli altri o a spese degli altri, solo allora
viene allargata e liberata, aggiungendosi ad essa anche la
legge della nostra affermazione di noi stessi per gli altri
e della nostra scoperta di noi stessi nella loro scoperta
di se stessi e nella loro realizzazione di sé.
E’ stata così creata una regola di etica religiosa che
esorta ad agire in uno spirito di compassione universale,
ad amare il prossimo come se stessi, a fare per gli altri
ciò che si vorrebbe per sé, a sentire la gioia ed il dolore
altrui come se fossero i nostri; ma nessun uomo che viva
nel suo ego è veramente e perfettamente capace di queste
cose: può solo accettarle come una richiesta della mente,
un’aspirazione del cuore, uno sforzo della volontà per
vivere secondo un criterio elevato e modificare, con un