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La Porta, <strong>quaderno</strong> secondo 99<br />

in un panorama di pensiero in cui quanto accade non deve<br />

assolutamente appartenere ad una nostra partecipazione<br />

emotiva e di giudizio.<br />

Questo è un avvenimento rarissimo e assai difficile,<br />

per verificarsi è necessario che nessun nuovo pensiero<br />

interrompa la continuità e l’uniformità di questa visione.<br />

Solo il silenzio di una costante e allenata meditazione può<br />

raramente ottenere ciò.<br />

È possibile indicare una seconda via adatta a superare<br />

questa nostra ignoranza?”<br />

Rispose continuando la citazione:<br />

“Nel pensiero, la separazione tra colui che pensa e<br />

il pensare è più difficile. Colui che pensa è immerso o<br />

perduto nel pensiero o portato nella corrente di pensiero,<br />

totalmente identificato con essa.<br />

Per questo, di solito, non è al momento o nell’atto<br />

stesso del pensare che egli può osservare o rivedere i suoi<br />

pensieri, egli lo deve fare in retrospettiva e con l’aiuto<br />

della memoria o con una pausa di riflessione critica che<br />

giudica e corregge prima di procedere oltre.<br />

Solo allora una simultaneità del pensare e della<br />

direzione cosciente dell’azione mentale potrà essere realizzata<br />

in modo parziale, quando il pensiero non assorbe,<br />

oppure in un modo totale quando colui che pensa ha acquisito<br />

la facoltà di ritornare nel sé mentale osservando<br />

così i pensieri nel loro movimento al loro nascere che,<br />

in parte, attraverso un’intuizione silenziosa, in parte

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