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La Porta, quaderno secondo 11
Così l’umanità tutta, sembra precipitare verso un
baratro senza fondo, prigioniera della propria illusoria superiorità
mentale che (come ci suggerisce Mére nella sua
Agenda) ha ormai preso il sopravvento sulla coscienza,
dimenticando che la coscienza è la leva dello sviluppo,
mentre la mente è semplicemente lo strumento per triturare
la materia, per permeare ed impregnare questa sostanza
generata dall’inerzia meccanica del protoplasma.
Nel contempo l’attuale sviluppo scientifico e tecnologico
ha registrato notevoli vantaggi di organizzazione e rapidità
del processo informativo, produttivo e gestionale nei
rapporti interpersonali e di impresa, mentre tale rapidità è
ancora causa di difficoltà integrative e comportamentali.
Sembra che le generazioni che hanno concorso a creare
l’esperienza attuale abbiano pensato strumenti e criteri
di vita che, pur avendo in alcuni casi un’elevata valenza
di carattere progettuale ed economico, hanno, attraverso
la loro schematizzazione programmatica, notevolmente
diminuito la possibilità di sviluppare la capacità immaginativa
e creativa individuale; riducendo in tal modo anche
la soddisfazione dovuta alla partecipazione del senso di
responsabilità insito (in modo più o meno accentuato) in
tutti coloro la cui consapevolezza di un proprio confronto
con la vita, rappresenta anche l’impulso verso la soddisfazione
e l’appagamento di una esperienza personale, come
ragione primaria, delle proprie attitudini di sviluppo etico
e spirituale.
Questi sono in gran parte i motivi per i quali, nella