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122 Anonimo Pellegrino<br />

dev’essere necessario, dev’essere presente perché l’uomo<br />

possa lasciare certe cose dietro di sé, muoversi verso altre<br />

finché riesca a emergere, fuori dal bene e dal male, in<br />

un bene che è eterno e infinito.<br />

Ma come deve compiersi quest’intenzione evolutiva<br />

nella Natura, per quale potere, per quali mezzi, quale<br />

impulso, quale principio e processo di selezione e armonizzazione?<br />

Il metodo che la mente dell’uomo ha adottato attraverso<br />

i secoli è sempre stato un principio di selezione<br />

e di rifiuto, e questo ha preso le forme di una sanzione<br />

religiosa, di una regola sociale o morale di vita o di un<br />

ideale etico.<br />

Ma questo è un mezzo empirico che non tocca la<br />

radice del problema perché non ha la visione della causa<br />

e dell’origine della malattia che cerca di guarire; esso<br />

tratta i sintomi, ma li tratta superficialmente, senza sapere<br />

a quale funzione servano nel disegno dalla Natura<br />

e che cos’è nella mente e nella vita che li sostiene e li<br />

mantiene in esistenza …(omissis).<br />

In tal modo l’uomo tende a rimanere quello che è ed<br />

è sempre stato, un miscuglio di bene e di male, di peccato<br />

e di virtù, un ego mentale con un imperfetto dominio<br />

sulla sua natura mentale, vitale e fisica …(omissis).<br />

Nonostante ciò, la nostra vera vocazione è quella<br />

dell’Infinito e del Supremo; perché l’autoaffermazione<br />

e l’abnegazione di noi stessi imposteci dalla Natura sono<br />

l’una e l’altra dei movimenti verso l’Infinito e il Supre-

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