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La Porta, quaderno secondo 13
LUGLIO 2000
Isola di LISSA. Quarto incontro straordinario.
Mi trovavo, in compagnia di un’amico, in una splendida
baia dell’isola di Lissa in Croazia, per trascorrere una
crociera estiva in barca a vela.
L’isola in precedenza era stata una roccaforte della
Marina Militare Slava, quindi inavvicinabile per chiunque
si trovasse sulla sua rotta; poi, in ragione della vittoria della
Croazia, nel conflitto per ottenere la sua indipendenza dallo
Stato Iugoslavo, avvenuta nel 1995, venne smilitarizzata e
aperta al traffico turistico.
Erano circa le ore diciotto quando fu dato fondo all’ancora
al centro di una lussureggiante baia perfettamente
protetta dal gagliardo vento di scirocco che ci aveva accompagnati,
sin dalla nostra partenza e per l’intera giornata, in
una galoppata sulle spumanti onde del mare Adriatico per
un percorso di 58 miglia.
Riordinata la barca, ci preparammo per una semplice
cena e dopo una siesta rallegrata da buona musica e allegri
commenti sulle impressioni della impegnativa giornata di
mare, decidemmo di concederci un meritato riposo.
La mattina successiva, al risveglio, volli visitare la
costa che contornava questa profonda baia.
Un messaggio, posto in evidenza sulla plancia della
tuga, confermava all’amico Duilio, il programma di restare
alla fonda nello stesso luogo per almeno tre giorni,