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La Porta, quaderno secondo 177
molto al di là di tutto ciò ch’essa è attualmente.
Fortunatamente l’istinto vitale, nella razza e
nell’uomo medio stesso, ha oggi percepito questa insufficienza,
e sta portando ad un rovesciamento di valori
o alla scoperta di nuovi valori e al trasferimento della
vita su un nuovo fondamento.
Si è così tentato di trovare una base semplice e
prefabbricata di unità, di reciprocità e d’armonia per
la vita comune, rafforzandola mediante la sospensione
dell’urto competitivo fra gli ego, per arrivare in tal
modo a una vita collettiva nell’identità al posto di una
vita collettiva nella differenza.
Ma per realizzare questi scopi desiderabili, ancora
non si è trovato di meglio che la materializzazione
obbligatoria e trionfante di qualche idea ristretta, o di
slogan che sono stati esaltati escludendo ogni altro pensiero,
attraverso la repressione della mente individuale,
e una compressione meccanica degli elementi della vita
prigionieri di un’unità meccanica, con una spinta meccanica
della forza vitale, una coercizione dell’uomo da
parte dello Stato, e con la tendenza a sostituire l’ego
individuale con l’ego collettivo.
L’ego collettivo è stato così idealizzato come anima
della nazione, della razza, della comunità; ma questo è
un errore colossale che può divenire fatale …(omissis).
E’ allora possibile che nel suo movimento pendolare,