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La Porta, quaderno secondo 171
Il movimento della collettività è in gran parte un
movimento di massa subcosciente; che per divenire
cosciente, dovrà formularsi ed esprimersi attraverso
gli individui, poiché la coscienza generale della massa è
sempre meno evoluta della coscienza dei suoi individui
più sviluppati e può solo progredire nella misura in cui
accetta la loro impronta e sviluppa ciò ch’essi hanno
già sviluppato.
L’individuo, in definitiva, non deve obbedienza e
fedeltà né allo Stato, che è un meccanismo, né alla comunità,
che è una parte della vita e non la totalità della vita.
La sua obbedienza dev’essere alla Verità, al Sé, allo
Spirito, al Divino che è in lui e in tutto; quindi lo scopo
reale della sua esistenza non dev’essere di subordinarsi
alla massa o di perdersi in essa, ma di trovare ed esprimere
questa verità d’essere che è in lui ed aiutare la
comunità e l’umanità nella ricerca della loro propria
verità e della pienezza del loro essere …(omissis).
Ciò che lo spirito moderno ha cercato è un non plusultra
economico e sociale, un’organizzazione materiale
ideale della civiltà e del benessere con l’impiego della
ragione, della scienza e dell’educazione per generalizzare
un razionalismo utilitaristico che farà dell’individuo
un perfetto essere sociale in una società economica
perfetta.
Mentre ciò che rimase dell’ideale spirituale fu, per
un certo tempo, una dottrina umanitaria mentalizzata
e moralizzata, purgata da ogni colorazione religiosa, e