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La Porta, quaderno secondo 107
conoscenza dormiente di quest’altro sé esterno ad esso.
Ma mentre questa conoscenza preesistente sale alla
mente di superficie come una conoscenza acquisita, nel
subliminale essa può sorgere come una cosa vista e colta
dal di dentro, risovvenuta quasi o, altrimenti, quando è
pienamente intuitiva e di per sé evidente per la percezione
interiore; oppure la si può ricevere dall’oggetto con
cui si è in contatto, attraverso una reazione immediata,
come qualcosa di intimamente riconoscibile.
Nella coscienza di superficie, la conoscenza si mostra
come una verità vista dall’esterno, proiettata su
di noi dall’oggetto, o come una risposta al suo contatto
con i sensi, una riproduzione percepita dalla sua realtà
oggettiva.
Infatti la nostra mente di superficie è allora costretta
a dare a se stessa questa spiegazione della sua conoscenza,
perché il muro che la separa dal mondo esterno è
forato dalle porte dei sensi attraverso le quali essa può
afferrare la superficie degli oggetti esteriori, ma non ciò
che è al loro interno, perché non c’è una simile apertura,
bell’e pronta, fra lei e il proprio essere interiore; e poiché
non è in grado di vedere ciò che è nel suo più profondo
o di osservare il processo della conoscenza che viene dal
di dentro, essa non ha altra scelta che quella di accettare
ciò che in effetti vede, ovvero l’oggetto esteriore che
diviene così la causa della sua conoscenza …(omissis).