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98 Anonimo Pellegrino<br />

vitale e della nostra energia vitale; ma proprio perché<br />

rappresentano solo una piccola parte di noi, non siamo<br />

costretti ad essere identificati o occupati con essi potendo<br />

così distaccarci e separare l’essere dal suo temporaneo<br />

divenire, per osservarlo, controllarlo, e approvare o<br />

impedire la sua manifestazione.<br />

Possiamo quindi, con un distacco interiore e con<br />

una separazione mentale o spirituale, liberarci in parte,<br />

o anche radicalmente, dal dominio della natura mentale<br />

o della vita sull’essere, per assumere la posizione del<br />

testimone, di colui che sa e che governa.<br />

Abbiamo così una doppia conoscenza del movimento<br />

soggettivo: c’è una conoscenza intima, per identità,<br />

della sua sostanza e della forza d’azione, più intima di<br />

quanto potremo avere con una conoscenza interamente<br />

separativa e oggettiva come quella che otteniamo dalle<br />

cose esterne a noi, cose che per noi sono completamente<br />

dei non-sé; allo stesso tempo c’è una conoscenza per<br />

osservazione distaccata, ma che mantiene un potere<br />

di contatto diretto, che ci libera dalla presa monopolizzante<br />

dell’energia della Natura e ci rende capaci di<br />

mettere in relazione questo movimento soggettivo con<br />

il resto della nostra propria esistenza e dell’esistenza<br />

del mondo”. (3)<br />

Chiesi ancora:<br />

“Dunque essere testimone, significa essere completamente<br />

distaccato dagli avvenimenti della vita, osservarli

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