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94 Anonimo Pellegrino<br />

di memoria: memoria del sé e memoria dell’esperienza.<br />

All’inizio, in modo radicale, essa applica la memoria<br />

al fatto del nostro essere–cosciente e collega questo<br />

al tempo.<br />

Essa dice: Io sono adesso, ero nel passato, sarò perciò<br />

nel futuro; è lo stesso io nelle tre divisioni sempre<br />

instabili del tempo.<br />

Essa cerca così di rendersi conto, in termini di<br />

Tempo, di ciò che sente essere la realtà, che non può<br />

però conoscere ne dimostrare vera l’eternità dell’essere<br />

cosciente.<br />

Mediante la memoria la mente non può conoscersi<br />

che nel passato, mediante la consapevolezza diretta<br />

non può conoscersi che nel momento presente, e solo<br />

estendendo questa autoconsapevolezza la memoria ci<br />

dice che, per un certo tempo, una consapevolezza è esistita<br />

in maniera continua, per cui la mente può avere<br />

una concezione di sé nell’avvenire. Essa non può fissare<br />

l’estensione del passato e del futuro: può solo riportare il<br />

passato al limite della sua memoria; e, dalla testimonianza<br />

di altri e dai fatti della vita che essa osserva attorno a<br />

sé, dedurre che l’essere cosciente, in tempi che essa non<br />

può più ricordare, già esisteva.<br />

Sa che esisteva nello stato della mente privo di ragionamento<br />

del neonato, stato nel quale la memoria ha<br />

perso il proprio nesso, ma se l’essere cosciente esisteva<br />

prima della nascita fisica, la mente, proprio a causa di<br />

questo vuoto di memoria, non può stabilirlo. Del fu-

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