Segue la classificazione di Le Guern I • ORDINE ... - maria vita romeo
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eatitu<strong>di</strong>ne, mentre <strong>la</strong> vostra natura ha due cose da fuggire, l'errore e <strong>la</strong> miseria.<br />
La ragione, poiché è necessario scegliere, non viene maggiormente offesa<br />
scegliendo uno piuttosto che l'altro. Ecco un punto accertato. Ma <strong>la</strong> vostra<br />
beatitu<strong>di</strong>ne? Pensiamo il guadagno e <strong>la</strong> per<strong>di</strong>ta puntando su croce, cioè che Dio<br />
esiste. Valutiamo i due casi: se vincete, vincete tutto, ma se perdete, non perdete<br />
niente. Scommettete dunque che Dio esiste senza esitare. È ammirevole. - Sì,<br />
bisogna scommettere, ma forse scommetto troppo. - Ve<strong>di</strong>amo, poiché vi è un<br />
rischio reciproco <strong>di</strong> guadagno e <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta, se non aveste che due vite da<br />
guadagnare contro una, potreste ancora scommettere, ma se ce ne fossero tre da<br />
guadagnare, bisognerebbe giocare (dal momento che è necessario giocare) e, se<br />
foste costretto a giocare, sarebbe imprudente non scommettere <strong>la</strong> vostra <strong>vita</strong> per<br />
guadagnarne tre a un gioco dove c'è uguale possibilità <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta e <strong>di</strong> guadagno.<br />
Ma c'è un'eternità <strong>di</strong> <strong>vita</strong> e <strong>di</strong> felicità. Stando così le cose, anche se ci fosse<br />
un'infinità <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> cui uno solo a vostro favore, avreste ancora ragione a<br />
scommettere uno per avere due, e sarebbe illogico, essendo obbligati a giocare,<br />
rifiutare <strong>di</strong> giocare una <strong>vita</strong> contro tre a un gioco dove, su un'infinità <strong>di</strong> casi, ce<br />
n'è uno per voi, qualora ci fosse da vincere una <strong>vita</strong> infinita e infinitamente felice.<br />
Ma qui abbiamo una <strong>vita</strong> infinita e infinitamente felice da vincere, una probabilità<br />
<strong>di</strong> vincita contro un numero finito <strong>di</strong> probabilità <strong>di</strong> perdere, e ciò che scommettete<br />
è finito. Dove c'è l'infinito e non ci sono infinite probabilità <strong>di</strong> perdere contro una<br />
so<strong>la</strong> <strong>di</strong> vincere, non c'è <strong>di</strong>scussione. Non si deve esitare, bisogna impegnare tutto.<br />
E così, se si è costretti a giocare, si deve rinunciare al<strong>la</strong> ragione per salvare <strong>la</strong><br />
<strong>vita</strong>, piuttosto che rischiar<strong>la</strong> per un guadagno infinito, facile a venire quanto <strong>la</strong><br />
per<strong>di</strong>ta del nul<strong>la</strong>.<br />
Perché non serve a niente <strong>di</strong>re che è incerto se si vincerà, mentre è certo che si<br />
rischia, e che l'infinita <strong>di</strong>stanza che c'è tra <strong>la</strong> certezza <strong>di</strong> ciò che si rischia e<br />
l'incertezza <strong>di</strong> ciò che si vincerà mette sullo stesso piano il bene finito che si<br />
rischia con certezza e quello infinito che rimane incerto. <strong>Le</strong> cose non stanno così.<br />
Ogni giocatore ha <strong>la</strong> certezza del rischio e l'incertezza del guadagno, e tuttavia egli<br />
rischia un finito certo per vincere un finito incerto, senza per questo peccare<br />
contro <strong>la</strong> ragione. Non esiste <strong>di</strong>stanza infinita tra <strong>la</strong> certezza del rischio e<br />
l'incertezza del guadagno, ciò è falso. C'è infinità, a <strong>di</strong>re il vero, tra <strong>la</strong> certezza<br />
del<strong>la</strong> vincita e <strong>la</strong> certezza del<strong>la</strong> per<strong>di</strong>ta, ma l'incertezza <strong>di</strong> vincere è proporzionata<br />
al<strong>la</strong> certezza <strong>di</strong> ciò che si rischia secondo <strong>la</strong> proporzione dei casi <strong>di</strong> vincita e <strong>di</strong><br />
per<strong>di</strong>ta. Da questo deriva che se ci sono uguali possibilità da una parte come<br />
dall'altra, <strong>la</strong> scommessa è al<strong>la</strong> pari. E allora <strong>la</strong> certezza <strong>di</strong> ciò che si rischia è<br />
uguale all'incertezza del guadagno, altro che esserne infinitamente <strong>di</strong>stante. E<br />
così <strong>la</strong> nostra proposta ha una forza infinita, quando c'è da rischiare il finito in<br />
un gioco dove ci sono uguali possibilità <strong>di</strong> vincere o <strong>di</strong> perdere e l'infinito come<br />
posta.<br />
Questo è <strong>di</strong>mostrato, e se gli uomini sono capaci <strong>di</strong> qualche verità, eccone una.<br />
- Lo confesso, l'ammetto, ma non si può vedere anche il rovescio del<strong>la</strong> medaglia? -<br />
Sì, <strong>la</strong> Scrittura e il resto, ecc. - D'accordo, ma ho le mani legate e <strong>la</strong> bocca chiusa,<br />
vengo costretto a scommettere ma non sono libero, non mi si <strong>la</strong>scia un istante, e<br />
sono fatto in un modo tale che non posso credere. Cosa volete dunque che faccia?<br />
- È vero, ma sappiate almeno che <strong>la</strong> vostra incapacità a credere deriva dalle<br />
vostre passioni, dal momento che <strong>la</strong> ragione vi ci porta ma non lo potete fare.