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Segue la classificazione di Le Guern I • ORDINE ... - maria vita romeo

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indubitabile che il tempo <strong>di</strong> questa <strong>vita</strong> è solo un istante, che <strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione del<strong>la</strong><br />

morte, qualunque sia, è eterna, e che dunque ogni nostra azione e pensiero<br />

devono prendere, a seconda del tipo <strong>di</strong> questa eternità, strade così <strong>di</strong>verse, che è<br />

impossibile fare qualcosa in modo sensato e giu<strong>di</strong>zioso se non rego<strong>la</strong>ndo<strong>la</strong> in vista<br />

<strong>di</strong> quel punto che deve costituire il nostro ultimo scopo.<br />

Non vi è nul<strong>la</strong> <strong>di</strong> più evidente, e così, secondo i princìpi del<strong>la</strong> ragione, se gli<br />

uomini non prendono un'altra via, <strong>la</strong> loro condotta è del tutto irrazionale. Si<br />

giu<strong>di</strong>chino dunque da questo punto <strong>di</strong> vista coloro che vivono senza pensare al<br />

termine ultimo del<strong>la</strong> <strong>vita</strong>, che si <strong>la</strong>sciano condurre dalle inclinazioni e dai piaceri<br />

senza riflettere e senza inquietu<strong>di</strong>ne, e che, come se potessero cancel<strong>la</strong>re<br />

l'eternità con il solo e<strong>vita</strong>re <strong>di</strong> pensarci, non si preoccupano che <strong>di</strong> essere felici nel<br />

solo istante presente.<br />

Tuttavia, l'eternità esiste e <strong>la</strong> morte, che <strong>la</strong> deve spa<strong>la</strong>ncare e che li minaccia ad<br />

ogni istante, li metterà in breve tempo nell'orribile necessità <strong>di</strong> essere<br />

eternamente annientati o infelici, senza che sappiano quale <strong>di</strong> queste eternità sia<br />

loro destinata per sempre.<br />

Ecco un dubbio che ha delle terribili conseguenze. Essi rischiano una miseria<br />

eterna, ma, come se <strong>la</strong> cosa non ne valesse <strong>la</strong> pena, trascurano <strong>di</strong> accertare se<br />

questa sia per caso una <strong>di</strong> quelle opinioni accolte dal popolo per un eccesso <strong>di</strong><br />

credulità, oppure <strong>di</strong> quelle che, oscure in se stesse, hanno un fondamento<br />

soli<strong>di</strong>ssimo, benché nascosto. Così non sanno se <strong>la</strong> cosa sia vera o falsa, né se le<br />

prove siano deboli o sicure. Stanno davanti ai loro occhi, ma rifiutano <strong>di</strong> guardare<br />

e, in questa ignoranza, decidono <strong>di</strong> fare tutto quello che serve per cadere nel<strong>la</strong><br />

sventura, nel caso ci sia, <strong>di</strong> attendere <strong>la</strong> morte per farne esperienza, e <strong>di</strong> sentirsi<br />

tuttavia molto sod<strong>di</strong>sfatti <strong>di</strong> questo stato, <strong>di</strong> farne una convinzione, e infine <strong>di</strong><br />

vantarsene. Ma è davvero possibile pensare in modo serio a una faccenda così<br />

importante senza provare orrore per una condotta tanto bizzarra?<br />

La tranquillità <strong>di</strong> questa ignoranza è una cosa mostruosa, <strong>di</strong> cui si deve far<br />

sentire <strong>la</strong> stravaganza e <strong>la</strong> stupi<strong>di</strong>tà a coloro che vi trascorrono <strong>la</strong> <strong>vita</strong>,<br />

raffigurando<strong>la</strong> davanti ai loro stessi occhi per confonderli con <strong>la</strong> visione del<strong>la</strong> loro<br />

follia. Perché ecco come ragionano gli uomini quando scelgono <strong>di</strong> vivere<br />

nell'ignoranza <strong>di</strong> ciò che sono, senza cercarne una spiegazione.<br />

400<br />

Ecco ciò che vedo e ciò che mi turba. Guardo da ogni parte e dovunque non vedo<br />

che oscurità. La natura non mi offre niente che non sia occasione <strong>di</strong> dubbio e<br />

d'inquietu<strong>di</strong>ne. Se non vedessi niente con il segno del<strong>la</strong> <strong>di</strong>vinità, mi ridurrei a<br />

negare; se vedessi dovunque i segni <strong>di</strong> un creatore, riposerei nel<strong>la</strong> quiete del<strong>la</strong><br />

fede. Ma, vedendo troppo per negare e troppo poco per essere tranquillo, mi trovo<br />

in una con<strong>di</strong>zione miserevole, in cui ho desiderato cento volte che, se un Dio <strong>la</strong><br />

permette, essa lo riveli senza equivoci; e che se i segni che essa ci dà sono<br />

ingannevoli, li sopprima del tutto; che essa <strong>di</strong>ca tutto o niente, affinché io veda <strong>la</strong><br />

strada da seguire. Al contrario, nel<strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione in cui mi trovo, ignorando ciò che<br />

sono e ciò che devo fare, io non conosco né <strong>la</strong> mia con<strong>di</strong>zione né il mio dovere. Il

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