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Segue la classificazione di Le Guern I • ORDINE ... - maria vita romeo

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Tutto ciò che non mira all'unico bene appartiene al<strong>la</strong> figura. Dal momento che vi<br />

è un fine solo, tutto ciò che non vi è riconducibile con parole precise è figura.<br />

Dio <strong>di</strong>versifica così quell'unico precetto del<strong>la</strong> carità, per sod<strong>di</strong>sfare <strong>la</strong> nostra<br />

curiosità che va al<strong>la</strong> ricerca del<strong>la</strong> <strong>di</strong>versità, per mezzo <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> <strong>di</strong>versità che ci<br />

conduce costantemente al<strong>la</strong> nostra unica necessità. Poiché solo una cosa è<br />

necessaria, ma a noi piace <strong>la</strong> <strong>di</strong>versità, Dio sod<strong>di</strong>sfa l'una e l'altra con una<br />

<strong>di</strong>versità che porta all'unica necessità.<br />

Gli Ebrei erano così attaccati al<strong>la</strong> raffigurazione, e l'hanno tanto attesa, da<br />

respingere <strong>la</strong> realtà, quando si è presentata nel tempo e nel modo predetto.<br />

I rabbini prendono per figura le mammelle del<strong>la</strong> sposa e tutto ciò che non esprime<br />

il loro unico fine: i beni temporali.<br />

I cristiani considerano l'eucarestia come figura del<strong>la</strong> gloria a cui tendono.<br />

254<br />

Gesù Cristo non ha fatto altro che ammaestrare gli uomini che amavano se<br />

stessi, <strong>di</strong>cendo loro che erano schiavi, ciechi, ma<strong>la</strong>ti, infelici e peccatori; che<br />

doveva liberarli, illuminarli, beatificarli e guarirli, e che ciò si sarebbe realizzato<br />

se avessero o<strong>di</strong>ato se stessi, e lo avessero seguito nel<strong>la</strong> miseria e nel<strong>la</strong> morte sul<strong>la</strong><br />

croce.<br />

255<br />

Figure.<br />

Quando <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> <strong>di</strong> Dio, che è vera, è falsa per quanto riguarda il senso letterale,<br />

essa è vera riguardo a quello spirituale. «Sede a dextris meis»: ciò che è falso se<br />

preso in senso letterale, dunque è vero in senso spirituale.<br />

In espressioni simili si par<strong>la</strong> <strong>di</strong> Dio in maniera umana. E questo non significa<br />

altro se non che anche Dio avrà <strong>la</strong> stessa <strong>di</strong>sposizione d'animo degli uomini<br />

quando fanno sedere qualcuno al<strong>la</strong> loro destra. È dunque un segno<br />

dell'intenzione <strong>di</strong>vina, non del suo modo <strong>di</strong> metter<strong>la</strong> in atto.<br />

Così quando <strong>di</strong>ce: «Avendo Dio gra<strong>di</strong>to <strong>la</strong> qualità dei vostri profumi, vi darà come<br />

ricompensa una terra fertile», ciò significa: come un uomo che, gradendo i vostri<br />

profumi, vi darebbe in ricompensa una terra fertile, anche Dio proverà <strong>la</strong> stessa<br />

inclinazione per voi, dal momento che voi avete avuto nei suoi confronti <strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>sposizione che ha un uomo verso colui a cui dona dei profumi.<br />

E così per «iratus est», «Dio geloso», ecc. Poiché le cose <strong>di</strong> Dio sono ineffabili, esse<br />

non possono venire espresse in altro modo. Ancor oggi <strong>la</strong> Chiesa si serve <strong>di</strong><br />

espressioni simili, «quia confortavit seras», ecc.<br />

Non è lecito attribuire al<strong>la</strong> Scrittura i sensi che essa non ha rive<strong>la</strong>to. Così, <strong>di</strong>re<br />

che il d'Isaia significhi 600, ciò non è rive<strong>la</strong>to. Non è detto che le $ã$ e le $ð$

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