Segue la classificazione di Le Guern I • ORDINE ... - maria vita romeo
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Dicano pure quello che vogliono contro il deismo, non approderanno a niente<br />
contro <strong>la</strong> religione cristiana, che si riduce al mistero del redentore, che unendo in<br />
sé le due nature, umana e <strong>di</strong>vina, ha sottratto gli uomini al<strong>la</strong> corruzione e al<br />
peccato per riconciliarli a Dio nel<strong>la</strong> sua persona <strong>di</strong>vina.<br />
Essa dunque insegna contemporaneamente agli uomini queste due verità: che<br />
esiste un Dio <strong>di</strong> cui gli uomini sono capaci, che <strong>di</strong> quel Dio <strong>la</strong> natura corrotta li<br />
rende indegni. Per gli uomini è importante conoscere in egual misura i due punti.<br />
È pericoloso per lui conoscere Dio senza conoscere <strong>la</strong> propria miseria, e conoscere<br />
<strong>la</strong> propria miseria senza conoscere il redentore che da quel<strong>la</strong> li può guarire. Da<br />
una so<strong>la</strong> <strong>di</strong> queste conoscenze deriva <strong>la</strong> superbia dei filosofi che hanno<br />
conosciuto Dio ma non <strong>la</strong> propria miseria, o <strong>la</strong> <strong>di</strong>sperazione degli atei che<br />
riconoscono <strong>la</strong> propria miseria, ma non il redentore.<br />
E così, come per l'uomo è necessario conoscere entrambi questi punti, è proprio<br />
del<strong>la</strong> misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina averceli fatti conoscere. Questo è quello che fa <strong>la</strong><br />
religione cristiana, e in questo essa consiste.<br />
Si esamini su questo punto l'or<strong>di</strong>ne del mondo, si veda se ogni cosa non tende a<br />
confermare questi due fondamenti del<strong>la</strong> religione cristiana.<br />
Gesù Cristo è lo scopo, il centro a cui tutto tende. Chi lo conosce, conosce <strong>la</strong><br />
ragione <strong>di</strong> tutte le cose.<br />
Coloro che si perdono, si perdono perché non vedono una <strong>di</strong> queste due cose. È<br />
dunque possibile conoscere Dio senza <strong>la</strong> propria miseria e <strong>la</strong> propria miseria<br />
senza Dio; ma non si può conoscere Gesù Cristo senza conoscere insieme Dio e <strong>la</strong><br />
propria miseria.<br />
Per questo motivo non è mia intenzione tentare qui <strong>di</strong> provare in forza <strong>di</strong><br />
ragionamenti naturali, o l'esistenza <strong>di</strong> Dio, o <strong>la</strong> Trinità, o l'immortalità dell'anima,<br />
né alcuna delle cose <strong>di</strong> questo tipo, non solo perché non mi sentirei abbastanza<br />
forte da trovare in natura <strong>di</strong> che convincere gli atei incalliti, ma ancor <strong>di</strong> più<br />
perché questa conoscenza senza Gesù Cristo è inutile e sterile. Anche se un uomo<br />
si persuadesse che le proporzioni numeriche sono immateriali, eterne e<br />
<strong>di</strong>pendenti da una prima verità da cui traggono l'esistenza, e che viene chiamata<br />
Dio, io non lo troverei molto avanti sul<strong>la</strong> via del<strong>la</strong> salvezza.<br />
Il Dio dei cristiani non consiste in un Dio semplice autore delle verità geometriche<br />
e dell'or<strong>di</strong>ne degli elementi; questo è tipico dei pagani e degli epicurei. Egli non è<br />
solo un Dio che esercita <strong>la</strong> sua provvidenza sul<strong>la</strong> <strong>vita</strong> e sui beni degli uomini per<br />
rega<strong>la</strong>re un felice seguito <strong>di</strong> anni a quelli che lo adorano, questo è tipico degli<br />
Ebrei. Il Dio <strong>di</strong> Abramo, <strong>di</strong> Isacco, <strong>di</strong> Giacobbe, il Dio dei cristiani, è un Dio<br />
d'amore e <strong>di</strong> conso<strong>la</strong>zione. È un Dio che colma l'anima e il cuore <strong>di</strong> coloro che<br />
possiede, è un Dio che fa loro sentire interiormente <strong>la</strong> loro miseria e <strong>la</strong> sua<br />
infinita misericor<strong>di</strong>a, che si unisce nel fondo del<strong>la</strong> loro anima, che <strong>la</strong> colma <strong>di</strong><br />
umiltà, <strong>di</strong> gioia, <strong>di</strong> fiducia, <strong>di</strong> amore, che li rende incapaci <strong>di</strong> un altro fine che non<br />
sia lui stesso.