Segue la classificazione di Le Guern I • ORDINE ... - maria vita romeo
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678<br />
I punti su cui vorrei chiedere consiglio al Signor abate <strong>di</strong> Saint-Cyran sono<br />
principalmente questi. Ma, non possedendone una copia, egli dovrebbe essere<br />
così gentile da farmi riavere questo foglio, insieme al<strong>la</strong> risposta che avrà <strong>la</strong> bontà<br />
<strong>di</strong> aggiungere.<br />
1. Se è necessario, perché ci sia miracolo, che l'evento sia al <strong>di</strong> sopra delle forze<br />
umane, <strong>di</strong> quelle dei demoni, degli angeli e <strong>di</strong> tutta <strong>la</strong> natura creata.<br />
I teologi <strong>di</strong>cono che i miracoli sono soprannaturali o nel<strong>la</strong> loro sostanza, quoad<br />
substantiam, come nel caso del<strong>la</strong> compenetrazione <strong>di</strong> due corpi, o dello stesso<br />
corpo che si trova in due luoghi nel medesimo tempo; o che sono soprannaturali<br />
nel modo in cui si producono, quoad modum, come quando sono prodotti in virtù<br />
<strong>di</strong> mezzi che non hanno nessuna capacità naturale <strong>di</strong> produrli: come quando<br />
Gesù Cristo guarì gli occhi del cieco con il fango e <strong>la</strong> suocera <strong>di</strong> Pietro chinandosi<br />
su <strong>di</strong> lei, o <strong>la</strong> emorroissa toccandole l'orlo del<strong>la</strong> veste... La maggior parte dei<br />
miracoli che ha fatto nel Vangelo sono <strong>di</strong> questo genere. Tale è anche <strong>la</strong><br />
guarigione <strong>di</strong> una febbre, o <strong>di</strong> un'altra ma<strong>la</strong>ttia operata in un istante, o in modo<br />
più perfetto <strong>di</strong> quanto non farebbe <strong>la</strong> natura, me<strong>di</strong>ante il contatto con una<br />
reliquia o l'invocazione del nome <strong>di</strong> Dio, così che il pensiero <strong>di</strong> colui che propone<br />
queste <strong>di</strong>fficoltà è vero e conforme a tutti i teologi, anche quelli contemporanei.<br />
2. Se non è sufficiente che sia superiore al<strong>la</strong> forza naturale dei mezzi impiegati;<br />
penso infatti che sia da ritenersi miracoloso ogni evento che superi <strong>la</strong> forza<br />
naturale dei mezzi impiegati per ottenerlo. Così chiamo miracolosa <strong>la</strong> guarigione<br />
<strong>di</strong> una ma<strong>la</strong>ttia ottenuta con il contatto <strong>di</strong> una santa reliquia, <strong>la</strong> guarigione <strong>di</strong> un<br />
indemoniato ottenuta invocando il nome <strong>di</strong> Gesù, ecc., perché questi effetti<br />
superano <strong>la</strong> forza naturale delle parole con cui s'invoca Dio e <strong>la</strong> forza naturale <strong>di</strong><br />
una reliquia che non può guarire i ma<strong>la</strong>ti e cacciare i demoni. Non chiamo<br />
miracolo cacciare i demoni con le arti del <strong>di</strong>avolo; perché, quando s'impiega <strong>la</strong><br />
potenza del <strong>di</strong>avolo per cacciare il <strong>di</strong>avolo, l'effetto non supera <strong>la</strong> forza naturale<br />
dei mezzi impiegati; per questo mi è parso che <strong>la</strong> vera definizione dei miracoli sia<br />
quel<strong>la</strong> che ho dato.<br />
Ciò che può fare il <strong>di</strong>avolo non è miracolo, non più <strong>di</strong> quello che può fare una<br />
bestia, anche se l'uomo non sapesse farlo.<br />
3. Se san Tommaso non è contrario a questa definizione, e se non pensa che un<br />
fatto, per essere miracoloso, deve superare in forza tutta <strong>la</strong> natura creata.<br />
San Tommaso con<strong>di</strong>vide l'opinione degli altri, benché sud<strong>di</strong>vida in due <strong>la</strong> seconda<br />
specie <strong>di</strong> miracoli, cioè i miracoli quoad subjectum, i miracoli quoad or<strong>di</strong>nem<br />
naturae. Egli <strong>di</strong>ce che i primi sono quelli che <strong>la</strong> natura può certamente produrre,<br />
ma non in quel soggetto, così come può produrre <strong>la</strong> <strong>vita</strong>, ma non in un corpo<br />
morto; e che i secon<strong>di</strong> sono quelli che essa può produrre in un soggetto, ma non<br />
con quei mezzi, con quel<strong>la</strong> prontezza, ecc., come guarire in un istante e con un<br />
solo tocco una febbre o un'altra ma<strong>la</strong>ttia, anche se non incurabile.