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Segue la classificazione di Le Guern I • ORDINE ... - maria vita romeo

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non avrebbe alcuna idea del<strong>la</strong> verità né del<strong>la</strong> beatitu<strong>di</strong>ne. Ma <strong>la</strong> nostra <strong>di</strong>sgrazia<br />

consiste nel fatto che, più che se nel<strong>la</strong> nostra con<strong>di</strong>zione non ci fosse alcuna<br />

traccia <strong>di</strong> grandezza, noi abbiamo un'idea del<strong>la</strong> felicità e non possiamo<br />

raggiunger<strong>la</strong>, percepiamo un'immagine del<strong>la</strong> verità e non posse<strong>di</strong>amo che <strong>la</strong><br />

menzogna, incapaci <strong>di</strong> un'assoluta ignoranza e <strong>di</strong> un sapere certo, a tal punto è<br />

evidente che siamo stati a un livello <strong>di</strong> perfezione da cui purtroppo siamo<br />

decaduti.<br />

‹Riconosciamo dunque che l'uomo è infinitamente al <strong>di</strong> là dell'uomo e che, senza il<br />

soccorso del<strong>la</strong> fede, sarebbe incomprensibile a se stesso. Chi non vede come,<br />

senza <strong>la</strong> conoscenza <strong>di</strong> questa doppia con<strong>di</strong>zione del<strong>la</strong> nostra natura,<br />

rimarremmo invincibilmente ignoranti del<strong>la</strong> nostra natura?›<br />

È stupefacente, tuttavia, che il mistero più <strong>di</strong>stante dalle nostre conoscenze, <strong>la</strong><br />

trasmissione del peccato, sia una cosa senza <strong>la</strong> quale ci è impossibile qualsiasi<br />

conoscenza <strong>di</strong> noi stessi!<br />

Perché senza dubbio non c'è niente che urti maggiormente <strong>la</strong> nostra ragione<br />

dell'affermazione che il peccato del primo uomo ha reso colpevoli coloro che, così<br />

lontani da questa origine, sembrano incapaci <strong>di</strong> avervi parte. Questa emanazione<br />

non solo ci sembra impossibile, ma anche molto ingiusta: perché cosa c'è <strong>di</strong> più<br />

contrario alle regole del<strong>la</strong> nostra miserabile giustizia che condannare al<strong>la</strong><br />

dannazione eterna un bambino incapace <strong>di</strong> volontà, per un peccato con cui<br />

sembra aver poco a che fare, dal momento che è stato commesso seimi<strong>la</strong> anni<br />

prima che nascesse? Certamente non c'è nul<strong>la</strong> che ci urti più brutalmente <strong>di</strong><br />

questa dottrina, eppure, senza questo mistero, il più incomprensibile <strong>di</strong> tutti, noi<br />

siamo incomprensibili a noi stessi. Il nodo del<strong>la</strong> nostra con<strong>di</strong>zione si piega e si<br />

avvolge in questo abisso. Così che l'uomo è più inconcepibile senza questo<br />

mistero <strong>di</strong> quanto questo mistero sia inconcepibile per l'uomo.<br />

‹Da questo sembra che Dio, volendo rendere incomprensibile a noi stessi l'enigma<br />

del<strong>la</strong> nostra natura, ne abbia occultata <strong>la</strong> soluzione ponendo<strong>la</strong> così in alto, o<br />

meglio così in basso, da renderci incapaci <strong>di</strong> raggiunger<strong>la</strong>. Così che noi possiamo<br />

effettivamente conoscerci non con le gesta superbe del<strong>la</strong> nostra ragione, ma con<br />

<strong>la</strong> sua umile sottomissione.<br />

<strong>Le</strong> solide fondamenta stabilite sull'autorità invio<strong>la</strong>bile del<strong>la</strong> religione ci fanno<br />

conoscere che ci sono due verità <strong>di</strong> fede egualmente ferme: una, che l'uomo nello<br />

stato in cui fu creato o in quello del<strong>la</strong> grazia, è superiore a tutta <strong>la</strong> natura, reso<br />

simile a Dio e partecipe del<strong>la</strong> <strong>di</strong>vinità; l'altra, che nello stato del<strong>la</strong> corruzione e del<br />

peccato, egli è decaduto e simile alle bestie. Queste due affermazioni sono<br />

ugualmente ferme e certe.<br />

Anche <strong>la</strong> Scrittura le conferma in modo in<strong>di</strong>scutibile quando, in più passi <strong>di</strong>ce:<br />

«deliciae meae esse cum filiis hominum», «effundam spiritum meum super omnem<br />

carnem», «<strong>di</strong>i estis», etc., e in altri: «omnis caro foenum», «Homo assimi<strong>la</strong>tus est<br />

jumentis insipientibus et similis factus est illis», «<strong>di</strong>xi in corde meo de filiis<br />

hominum». Eccl. 3.›<br />

VII <strong>•</strong> DIVERTIMENTO

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