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Segue la classificazione di Le Guern I • ORDINE ... - maria vita romeo

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nel giro <strong>di</strong> pochi anni ci porrà nell'orribile necessità <strong>di</strong> essere per sempre<br />

annientati o infelici.<br />

Niente <strong>di</strong> più reale <strong>di</strong> questo, niente <strong>di</strong> più terribile. Possiamo fare gli spaval<strong>di</strong><br />

finché ci pare: ecco <strong>la</strong> fine che attende <strong>la</strong> più bel<strong>la</strong> <strong>vita</strong> del mondo. Si rifletta su<br />

questo, e si <strong>di</strong>ca in seguito se non è indubitabile che l'unico bene <strong>di</strong> questa <strong>vita</strong> è<br />

<strong>la</strong> speranza <strong>di</strong> un'altra, che si può essere felici solo nel<strong>la</strong> misura in cui a quel<strong>la</strong><br />

<strong>vita</strong> ci si avvicina, e che, come non ci saranno più sventure per quelli che sono<br />

stati assolutamente certi dell'eternità, così non c'è felicità per quelli che non ne<br />

hanno alcuna consapevolezza.<br />

È dunque un male gran<strong>di</strong>ssimo trovarsi in questo dubbio, ma è un dovere<br />

in<strong>di</strong>spensabile, quando ci si trova, ricercare; così che colui che dubita senza<br />

cercare è al tempo stesso sventurato e ingiusto. Se poi trovandosi in questa<br />

situazione è sereno e sod<strong>di</strong>sfatto, l'accetta al punto da vantarsene, e arriva a<br />

goderne e a gloriarsene, allora non ho davvero parole per definire una creatura<br />

così stravagante.<br />

Da dove si possono prendere questi sentimenti? Che motivo <strong>di</strong> gioia ci può essere<br />

ad aspettare miserie senza rime<strong>di</strong>o? Di cosa ci si può vantare vedendosi immersi<br />

in tenebre impenetrabili? E come può venire un pensiero simile a un uomo<br />

ragionevole?<br />

«Ignoro chi mi ha messo al mondo e cosa sia il mondo, e cosa io stesso. Mi trovo<br />

in una terribile ignoranza <strong>di</strong> tutte le cose, non so cosa siano il mio corpo, i miei<br />

sensi, <strong>la</strong> mia anima e quel<strong>la</strong> stessa parte <strong>di</strong> me che pensa ciò che <strong>di</strong>co, che riflette<br />

su tutto e su se stessa, e non si conosce più <strong>di</strong> quanto conosca il resto. Io vedo<br />

questi spaventosi spazi dell'universo dentro cui sono rinchiuso, mi trovo come<br />

afferrato a un angolo <strong>di</strong> questa vasta estensione, senza sapere perché io mi trovi<br />

qui piuttosto che altrove, né perché quel poco <strong>di</strong> tempo che mi è stato concesso <strong>di</strong><br />

vivere sia in un punto piuttosto che in un altro <strong>di</strong> tutta quell'eternità che mi ha<br />

preceduto e che mi seguirà.<br />

Non vedo che infinità da ogni parte, che mi rinchiude come un atomo e come<br />

un'ombra che dura un solo istante.<br />

Tutto ciò che so è che tra breve dovrò morire, ma ciò che maggiormente ignoro è<br />

proprio quel<strong>la</strong> morte che posso e<strong>vita</strong>re.<br />

Così come non so da dove vengo, non so dove vado, so solo che uscendo da<br />

questo mondo cadrò per sempre nel nul<strong>la</strong> o nelle mani <strong>di</strong> un Dio incollerito, senza<br />

conoscere quale <strong>di</strong> queste due con<strong>di</strong>zioni sarà <strong>la</strong> mia sorte eterna. Ecco <strong>la</strong> mia<br />

con<strong>di</strong>zione, piena <strong>di</strong> debolezza e incertezza. Da tutto ciò deduco che devo dunque<br />

passare ogni giorno del<strong>la</strong> mia <strong>vita</strong> senza pensare a ciò che mi capiterà. Forse<br />

potrei trovare qualche chiarimento ai miei dubbi, ma non voglio preoccuparmene,<br />

né fare un solo passo per cercare; anzi, <strong>di</strong>sprezzando quelli che si macereranno in<br />

questa preoccupazione, andrò incontro, incurante e senza paura, a questo grande<br />

avvenimento, mi <strong>la</strong>scerò docilmente condurre al<strong>la</strong> morte, incerto sull'eternità<br />

del<strong>la</strong> mia con<strong>di</strong>zione futura».

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