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Segue la classificazione di Le Guern I • ORDINE ... - maria vita romeo

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<strong>Le</strong> profezie sono i soli miracoli permanenti che si possono fare, ma esse sono<br />

soggette a venire contraddette.›<br />

507<br />

Condotta generale del mondo verso <strong>la</strong> Chiesa.<br />

Dio che vuole accecare e illuminare.<br />

Avendo l'avvento provato <strong>la</strong> <strong>di</strong>vinità delle profezie, il resto deve essere creduto, e<br />

da ciò ve<strong>di</strong>amo in questo modo l'or<strong>di</strong>ne del mondo.<br />

Essendo <strong>di</strong>menticati i miracoli del<strong>la</strong> creazione e del <strong>di</strong>luvio, Dio inviò <strong>la</strong> legge e i<br />

miracoli <strong>di</strong> Mosè, i profeti che profetizzano cose partico<strong>la</strong>ri. E per preparare un<br />

miracolo durevole, egli prepara le profezie e <strong>la</strong> loro realizzazione. Ma potendo le<br />

profezie essere sospette, vuole renderle non sospette, ecc.<br />

Se non ci si riconosce pieni <strong>di</strong> superbia, <strong>di</strong> ambizione, <strong>di</strong> concupiscenza, <strong>di</strong><br />

debolezza, <strong>di</strong> miseria e d'ingiustizia, si è davvero ciechi. Ma se conoscendo queste<br />

cose non si desidera venirne liberati, cosa si può <strong>di</strong>re <strong>di</strong> un uomo?<br />

Si può provare altro che stima nei confronti <strong>di</strong> una religione che conosce così<br />

bene i <strong>di</strong>fetti dell'uomo, e desiderio per <strong>la</strong> verità, <strong>di</strong> una religione che promette<br />

rime<strong>di</strong> tanto auspicabili?<br />

508<br />

‹Quelli che soffrono <strong>di</strong> non avere <strong>la</strong> fede mostrano un Dio che non li illumina; ma<br />

gli altri, mostrano un Dio che li acceca.›<br />

509<br />

L'io è da o<strong>di</strong>are. Voi Mitton lo <strong>di</strong>ssimu<strong>la</strong>te, ma non per questo lo eliminate.<br />

Dunque siete sempre degno <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo.<br />

«Per niente, perché comportandoci amabilmente con tutti, come facciamo noi, non<br />

c'è motivo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzarci». Questo è vero, se nell'io ci fosse da <strong>di</strong>sprezzare solo<br />

quello che ci procura <strong>di</strong>spiacere.<br />

Ma se io lo <strong>di</strong>sprezzo perché ingiusto, perché si fa centro <strong>di</strong> tutto, sempre lo<br />

<strong>di</strong>sprezzerò.<br />

In breve, due sono le caratteristiche dell'io: in quanto si fa centro <strong>di</strong> tutto è<br />

ingiusto; in quanto vuole assoggettare gli altri è insopportabile, perché ogni io è<br />

nemico e vorrebbe essere il tiranno <strong>di</strong> tutti gli altri. Voi gli togliete<br />

l'insopportabilità, non l'ingiustizia.<br />

In questo modo non lo rendete affatto degno <strong>di</strong> essere amato da coloro che<br />

<strong>di</strong>sprezzano l'ingiustizia. Lo rendete degno <strong>di</strong> essere amato solo dagli ingiusti, che

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