VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact
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<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> INTRODUZIONE<br />
agli indirizzi che l’Unione Europea propone ai paesi membri e che generalmente sono accompagnati da politiche e risorse di<br />
sostegno; da qui deriva il Quadro Strategico Nazionale che coinvolge i Ministeri dell’Economia, dello Sviluppo Economico e<br />
della Funzione Pubblica. È anche in base a questi due livelli di indirizzo strategico che la programmazione regionale prende<br />
forma connettendo necessità, istanze e aspettative del territorio regionale a quadri più complessi. La programmazione regionale<br />
è dunque il nodo su cui impostare i processi di pianificazione strategica, ricercando armonia con il lavoro di programmazione<br />
intermedia delle province. Questa impostazione può apparire gerarchica e burocratica ma si vedrà con l’esperienza<br />
che l’armonia dei livelli si rivelerà strategica nella fase realizzativa dei progetti poiché non incontrerà contrarietà procedurali<br />
e sarà forte del riconoscimento delle coerenze che ogni azione conterrà.<br />
È solo dalla ricerca costante di coerenze fra i vari livelli della Pubblica Amministrazione che può nascere un’azione amministrativa<br />
di sistema che generi capacità virtuose e promuova lo sviluppo di un intero territorio.<br />
I soggetti del territorio ne sono già consapevoli: vi è una forte richiesta di azioni sistemiche e di infrastrutture di rete. Vi è una<br />
forte condivisione del valore del territorio e della politica, la richiesta di visione del futuro e di scelte strategiche e di governance<br />
adeguate. Un approccio che permette di realizzare il presupposto sul quale poggiare i fattori di sviluppo del territorio, la<br />
loro declinazione e realizzazione coerente con le politiche ambientali, culturali e di coesione sociale. Un percorso che parte<br />
dall’individuare le necessità del territorio, affrontare ed aggredire le nuove criticità e rispondere alla richiesta di competitività<br />
e di redistribuzione che l’insieme del sistema ha di fronte, fra vecchie e nuove esigenze. Una crescita basata sulla ricerca di fattori<br />
di competitività e attrazione, sulla innovazione, come fattore comportamentale e strutturale, per riequilibrare e governare<br />
uno sviluppo pericolosamente attratto dalla rendita immobiliare e rilanciare il settore manifatturiero, l’artigianato artistico,<br />
l’industria del turismo, il commercio, forti di un partenariato con il terziario innovativo e i saperi che non mancano in questo<br />
territorio. Un percorso che non intende intervenire sulle identità dei singoli comuni ma permettere di governare l’intera<br />
area metropolitana, attraverso i fattori di sviluppo propri di ogni singolo territorio che devono essere valorizzati e resi sinergici<br />
fra di loro.<br />
Dobbiamo saper utilizzare le grandi opportunità legate alla nuova immagine sistemica utilizzando il ruolo internazionale di<br />
Firenze. Un patrimonio storico-artistico e paesaggistico, l’industria turistica, il dinamismo dell’imprenditoria agricola e la filiera<br />
enogastronomia e agrituristica, le antiche e nuove compagini commerciali e distributive, la cultura manifatturiera e la sua<br />
qualità. Firenze è un valore che tutti apprezzano. Dare vita ad un sistema Firenze è un vantaggio che moltiplicherà le possibilità<br />
di ciascuno; tutti dobbiamo esserne consapevoli. Firenze stessa, deve rendersi conto che non può costruire una nuova<br />
rinascita se non in un territorio più vasto conscia del ruolo che ogni soggetto rappresenta. Sappiamo che lo sviluppo e la sua<br />
qualità sono i fattori che permettono la realizzazione della ricchezza e della sua distribuzione attraverso politiche di assistenza<br />
e di solidarietà che sono alla base delle politiche di coesione sociale.<br />
Territorio dunque è la parola chiave di una ricerca competitiva sulla via alta delle trasformazioni.<br />
In questo quadro il Piano Strategico può giocare un ruolo cruciale, non essendo un atto amministrativo di competenza di un<br />
Ente, ma un insieme di priorità strategiche per lo sviluppo armonioso di un territorio al quale le Amministrazioni Territoriali si<br />
riferiscono per impostare le proprie attività di pianificazione.<br />
Il processo di pianificazione strategica si appresta dunque ad entrare in una seconda fase contraddistinta da una nuova<br />
attenzione al rapporto con gli altri momenti della programmazione, basata su un rapporto più solido con le istituzioni e sulle<br />
relazioni costanti con gli interlocutori del mondo economico e sociale. Su queste basi si svilupperà il legame tra la fase di progettazione<br />
e la fase di implementazione degli interventi e tra le scelte strategiche e le politiche ordinarie.<br />
La pianificazione strategica si riappropria così del suo significato principale di strumento di governo, e si concentra sulla sua<br />
vera missione che risiede nel costruire, mantenere e gestire il milieu metropolitano, che vuol dire in primo luogo individuare<br />
e definire, ma anche ripensare e riaggiustare via via, meccanismi funzionanti di cooperazione orizzontale (intercomunalità),<br />
di integrazione pubblico privato e della multilevel governance (con Provincia e Regione in primis).<br />
Un nuovo modello di pianificazione strategica che vede il passaggio dalla progettazione strategica alla strumentazione strategica<br />
e dalla integrazione dei progetti alla programmazione integrata: gli strumenti e le procedure (primo fra tutti l’Unione<br />
dei Comuni) per facilitare gli iter decisionali, per migliorare i meccanismi di selezione delle priorità, per mettere in sinergia i<br />
vari momenti della programmazione, per accelerare la realizzazione degli interventi prioritari e migliorare l’utilizzo delle risorse<br />
prima di tutto economiche.<br />
Firenze Futura sarà impegnata fin da subito ad accompagnare e sostenere questo importante cambio di scala, rafforzando,<br />
da un lato, il proprio ruolo di think tank dedicato allo sviluppo urbano e di area metropolitana, e introducendo, dall’altro, una<br />
funzione di project management volta a garantire l’implementazione e il monitoraggio dei progetti concertati nel corso del<br />
processo.