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VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact

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<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> L’AREA URBANA FIORENTINA: DALLA CITTÀ MONOCENTRICA ALLA CITTÀ POLICENTRICA<br />

di una coerente definizione dei bordi urbani. Il nuovo Piano Strutturale in corso di definitiva approvazione si è<br />

incaricato di definire progettualmente la linea di demarcazione e insieme di saldatura tra l’insediamento storico<br />

collinare (il quale è tutt’altro che una “non città”) e le estreme propaggini suburbane, attraverso la formazione di<br />

una corona di parchi in grado di ripianare il deficit non gravissimo, ma comunque significativo, di verde che c’è<br />

in città.<br />

Intanto, si stanno realizzando i tre nuovi parchi di San Bartolo a Cintoia (11 ha), di Novoli (12 ha), e della Piana di<br />

Castello (80 ha).<br />

Il primo, che contribuisce a definire il corrispondente bordo urbano di pianura, è stato immaginato come il parco<br />

ludico-sportivo del sud ovest. Il secondo, progettato da Aimaro d’Isola insieme al nuovo insediamento strategico<br />

di Novoli come una “butte ottocentesca” all’inglese, è una sorta di central park nell’ambito dei quartieri del<br />

nord-ovest. L’ultimo, la cui progettazione è stata sviluppata da Christophe Girot secondo una visione affatto contemporanea<br />

e in modo integrato con l’insediamento che lo fiancheggia, costituirà con la sua particolare morfologia<br />

una nuova attrazione della città, e definirà il bordo urbano di nord ovest, rappresentando anche un’anticipazione<br />

del parco metropolitano della Piana.<br />

All’interno di quest’ultimo sarà realizzato il nuovo impianto di trattamento termico dei rifiuti (cfr. approfondimenti<br />

par. 4 cap. 3).<br />

Infine, costituisce un prossimo programma dell’Amministrazione la realizzazione del parco del Mensola (10 ha),<br />

come dotazione e conclusione morfologica delle propaggini urbane orientali, ai piedi della collina di Settignano.<br />

Gli interventi infrastrutturali<br />

Il secondo filone progettuale comprende le infrastrutture per la mobilità, il cui obiettivo è lo sviluppo di un<br />

moderno sistema di spostamenti nell’area metropolitana fondato sul trasporto collettivo, di cui si parla in maniera<br />

più approfondita nel par. 4 di questo capitolo.<br />

Il più importante programma di questo filone è l’alta velocità ferroviaria, un progetto del governo nazionale che<br />

collegherà per mezzo della ferrovia il Nord e il Sud del paese in tempi così rapidi da poter far concorrenza al<br />

mezzo aereo. L’importanza di questa innovazione per l’area metropolitana fiorentina è duplice:<br />

- da una parte conferirà a Firenze una nuova posizione baricentrica nella mappa nazionale delle città più accessibili<br />

(cioè le conferirà un nuovo vantaggio strategico per lo sviluppo di qualunque attività terziaria o quaternaria:<br />

l’alta velocità ferroviaria consente già spostamenti della durata di un’ora e mezza tra Roma e Firenze, di<br />

due ore tra Milano e Firenze, rendendo la città uno dei luoghi più comodamente raggiungibili in Italia, e addirittura<br />

in Europa);<br />

- dall’altra, con il passante sotterraneo, libererà una coppia di binari della rete di superficie che risultano essenziali<br />

per adibire quest’ultima alla funzione di collegamento regionale e metropolitano.<br />

Le opere connesse con l’alta velocità ferroviaria sono iniziate nel 2007 con il primo lotto, la cosiddetta “opera di<br />

scavalco” in corrispondenza del bivio di Castello. Ma già dal 2000 erano state avviate le opere complementari,<br />

come il nuovo sottopasso alle rampe del Romito che ha raddoppiato la capacità di transito stradale tra viale<br />

Belfiore e viale Strozzi.<br />

La nuova stazione dell’alta velocità ferroviaria, posta in corrispondenza degli ex Macelli, avrà un collegamento<br />

interno con la rete ferroviaria regionale e locale, la quale non sarà appunto che l’attuale rete ferroviaria di superficie,<br />

attrezzata e servita come una “Schnell Bahn”, ovvero una ferrovia metropolitana. Il suo antico tracciato, finora<br />

fonte di disagio per quasi tutti i quartieri cittadini, costituisce la migliore garanzia di un’accessibilità capace di<br />

estendersi ovunque nella città.<br />

È complementare alle opere suddette anche il grande impianto ferroviario dell’Osmannoro, ormai quasi ultimato.

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