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VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact

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introduzione<br />

Molte trasformazioni ci separano dal 2003, anno di approvazione del primo Piano Strategico dell’area metropolitana fiorentina.<br />

Le più recenti sono a seguito della crisi finanziaria in atto che va rapidamente cambiando gli scenari del mondo e contaminando<br />

l’intera economia reale e produttiva.<br />

La divisione del lavoro della globalizzazione sembra destinata a sovvertirsi: l’Asia che aspettavamo dominante nei prossimi<br />

decenni è sospinta velocemente ad un ruolo superiore. Il ventennio liberista sembra volgere alla sua fine. Oggi l’Agenda di<br />

Lisbona e il protocollo di Kioto valgono più che mai mentre l’attuazione di questi impegni risulta sempre più difficile.<br />

La stagione iperliberista e le dinamiche del mondo, che certamente non stanno dentro gli stati nazionali ma mettono a<br />

repentaglio le democrazie, ci lasciano con tanti danni e una sfida: configurare nuovamente gli assetti globali.<br />

In Italia, alle domande su istruzione, formazione e ricerca si risponde limitando la spesa senza riorganizzare il sistema; anzi,<br />

nel caso dell’istruzione primaria comprimendo i moduli organizzativi raggiunti. Tutto questo ci allontana dagli obiettivi di<br />

Lisbona come l’idea che si vuole affermare che il lavoro non è “capitale” disponibile dell’economia.<br />

Uno spostamento in avanti dell’Italia su conoscenza e lavoro sarebbe utile all’Europa, ove si agita una spinta nazionalista<br />

che certo non aiuta la dimensione comunitaria a crescere. Ma proprio oggi, dopo l’ondata dei prezzi del petrolio e in mezzo<br />

alla tempesta finanziaria, ci si dovrebbe chiedere che cosa sarebbe il nostro continente senza l’Euro. Oggi l’Europa può e deve<br />

svolgere un ruolo di guida nella divisione internazionale del lavoro e, nel rispetto dei parametri di Kioto, offrire agli apparati<br />

produttivi ed economici un vantaggio competitivo che Stati Uniti ed Asia non sono in grado di mettere in campo per ragioni<br />

diverse e configgenti.<br />

Possiamo e dobbiamo rilanciare la via competitiva di Lisbona, mettendo in movimento l’economia della conoscenza per<br />

sostenere l’economia reale europea.<br />

È solo partendo da queste considerazioni di livello internazionale che si può collocare un’analisi approfondita del contesto e<br />

<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> INTRODUZIONE 7

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