VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact

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VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO VERSO LA CITTÀ METROPOLITANA: IL RACCORDO DEL TERRITORIO Gli elementi qualificanti Gli elementi qualificanti di questa ipotesi sono costituiti principalmente dal rafforzamento dell’integrazione verticale tra livelli di governo (tra Provincia e Comuni), il che costituirebbe un’innovazione nel panorama amministrativo italiano. Come nei casi esposti precedentemente, gli elementi qualificanti sarebbero costituiti inoltre dalla dimensione dell’Unione e dal focus sulle funzioni anziché sui servizi. Le debolezze Una evidente debolezza di questa ipotesi è che essa, in una prospettiva più o meno lontana, inevitabilmente comporterebbe un riassetto profondo della Provincia di Firenze che si troverebbe ad amministrare un territorio privato del suo cuore centrale, esercitando in forma associata alcune delle sue competenze più significative. E tuttavia questa caratteristica potrebbe forse anche essere un punto di forza nella misura in cui tenderebbe inevitabilmente ad abbreviare il periodo transitorio, e favorire un più veloce passaggio all’assetto definitivo. In ogni caso il principale svantaggio di questa ipotesi è che essa richiede una complessa catena normativa che rischia di rinviare ad un futuro non facilmente prevedibile l’entrata in vigore del nuovo assetto.
2.3 Gli strumenti per una programmazione integrata del territorio Come già detto in premessa, nel nostro territorio vi è la presenza di molti strumenti di programmazione che se messi a sistema possono costituire l’impianto di un governo metropolitano. Alcuni sono strumenti tradizionali ma rinnovati di carattere generale orientativo (i piani strutturali dei comuni, il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia, il Piano di Indirizzo Territoriale della Regione); alcuni sono strumenti regolamentati (il PAtto per lo Sviluppo Locale di area vasta); altri sono non vincolistici in via di sperimentazione (il Piano Strategico dell’area metropolitana); altri infine sono strumenti settoriali ma particolarmente rilevanti per la loro capacità di tenere una visione di insieme delle problematiche territoriali (il Piano Integrato di Salute delle Società della Salute o il previsto Piano Integrato per la Mobilità). È questo uno degli obiettivi principali che il Piano Strategico si pone oggi: il coordinamento della programmazione promovendo un percorso di confronto continuo e aggiustamento reciproco degli strumenti di programmazione disponibili nel tentativo di renderli complementari, non sostitutivi e tanto meno in sovrapposizione. Naturalmente il Piano Strategico rimane uno degli strumenti cardine a sostegno dell’Unione dei Comuni, nella misura in cui si configura quale motore di una nuova governance metropolitana centrata sulla costruzione del consenso intorno alle strategie per definire la strumentazione strategica a sostegno del governo del territorio. In questo paragrafo si descrivono sinteticamente i contenuti e le potenzialità di ciascuno. Ma è significativo rilevare che sono tutti strumenti innovativi in quanto racchiudono in sé un percorso decisionale di confronto e concertazione, una fase di analisi, valutazione e monitoraggio e un approccio potenzialmente volto all’integrazione con gli altri momenti della programmazione. Tutti strumenti che fanno propria la concezione del governo urbano volto non solo a regolare le azioni dei soggetti privati ma anche a stimolare lo sviluppo e indicare visioni e mete collettive condivise. La ricchezza del “parco programmi”, se così si può definire, è un punto di forza dal quale occorre oggi partire per fare chiarezza sulla filiera della programmazione, per esplicitare ruoli ed esercitare competenze in modo trasparente e responsabile. Figura 2.2 LA PROGRAMMAZIONE INTEGRATA Fonte: Firenze Futura, 2008 VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO VERSO LA CITTÀ METROPOLITANA: IL RACCORDO DEL TERRITORIO 105
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