VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact
VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact
VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> allegati<br />
Parere dell’Università degli Studi di Firenze<br />
Premessa<br />
L’introduzione del documento “Verso il secondo Piano Strategico”(per brevità, nel seguito, il “Documento”) enuncia<br />
in modo efficace gli obiettivi, ma anche le difficoltà con cui ha dovuto confrontarsi l’elaborazione delle idee<br />
e dei materiali che si vuole proporre come capisaldi della stesura di un nuovo piano strategico per Firenze _ inevitabilmente<br />
lasciato, oramai, alle prospettive e alla volontà delle nuove amministrazioni che usciranno dalle elezioni<br />
del 2009 _. Fra le difficoltà maggiori sembra esserci il confronto con l’emergere, dal corpo dell’azione di<br />
governo locale corrente, di tematiche progettuali rispetto alle quali il Documento presenta o può presentare al<br />
più una razionalizzazione ex-post: prima fra tutte la tematica infrastrutturale con i programmi della tramvia e del<br />
trasporto pubblico locale. L’apertura, su iniziativa di Firenze Futura, di un Tavolo della mobilità metropolitana rappresenta<br />
un meritevole tentativo di dare coerenza a un quadro di proposte non sempre complementari. Fra le<br />
tematiche progettuali emerse fuori perimetro dal Documento non bisogna dimenticare le nuove proposte per<br />
Castello, per la Manifattura Tabacchi, per S. Orsola, per il Nuovo Teatro Comunale. Rispetto a un quadro di multiforme<br />
progettualità che sempre più spesso si esaurisce in un vano “effetto-annuncio” il Documento cerca di fissare<br />
alcuni capisaldi:<br />
- il raggruppamento dei principali programmi di trasformazione fisica e funzionale in quattro filoni programmatici:<br />
i progetti ambientali, le infrastrutture per la mobilità, gli interventi di rigenerazione urbana, la delocalizzazione<br />
funzionale;<br />
- l’identificazione “della produzione culturale e dell’economia della conoscenza come asse generale del nuovo<br />
sviluppo locale” (che si è dimostrata filiera assai feconda di iniziative, dalla Fondazione Palazzo Strozzi alla Città<br />
del Restauro, dal progetto Firenze Sapere al Master Plan dell’accoglienza per l’alta formazione, etc.);<br />
- l’avvio di un’attività di pianificazione strategica impostata più sul “come fare” che sul “cosa fare” (che aveva invece<br />
mobilitato le ricerche del primo Piano Strategico).<br />
Rispetto a questi capisaldi avanziamo in quanto segue alcune osservazioni sul Documento, dividendole fra generali<br />
e di dettaglio.<br />
Osservazioni generali<br />
Il Documento è composto di un’introduzione e quattro capitoli. L’introduzione definisce in generale le premesse<br />
politiche e tecniche da cui dovrebbe partire il secondo Piano Strategico. L’illustrazione del filo espositivo che<br />
lega i quattro capitoli seguenti e loro contenuti principali è contenuta nel par.“Nota alla lettura” dell’introduzione.<br />
Il filo si intreccia col quadro tracciato nella parte iniziale dell’introduzione, sulle grandi trasformazioni interne<br />
e le grandi linee progettuali degli ultimi anni, così come sugli scenari prossimi e di medio periodo in cui si<br />
dovrebbe inserire il secondo Piano Strategico. Al centro del quadro emerge l’idea, poi ripresa esplicitamente nei<br />
titoli del capitolo 1 (“L’area urbana fiorentina: dalla città monocentrica alla città policentrica”) e del capitolo 4<br />
(“Dal governo del territorio alla governance metropolitana”), della necessità del livello metropolitano (area fiorentina)<br />
e policentrico nel governo dei fattori pubblici locali dello sviluppo economico e del benessere sociale di<br />
Firenze.<br />
Il raggruppamento per filoni, della progettualità in essere nell’area fiorentina, costituisce un utile esercizio di<br />
chiarificazione. Tale lavoro si ferma presto, non vengono esplorati fino in fondo i nessi (congruenze/incongruenze,<br />
coerenze/incoerenze tempistiche, grado di fattibilità, etc.) fra i diversi filoni e, all’interno di ogni filone, fra i<br />
diversi progetti. Solo per fare un esempio, il paragrafo dedicato agli interventi infrastrutturali appare improntato<br />
alla descrizione dei progetti e non viene esplicitato il confronto fra diverse alternative realizzative di uno stesso<br />
progetto. Se per alcuni progetti tutto sembra ormai deciso senza lasciare margini di ripensamento, per altri invece<br />
(Aeroporto Amerigo Vespucci, la stessa tramvia, Castello, etc.) sembra ancora esserci uno spazio per un’esplorazione<br />
più sistematica di alternative in gioco.<br />
L’altro caposaldo del Documento è il ragionamento sulla strumentazione strategica e la governance. Il “come<br />
fare” presuppone, dice il Documento,“meccanismi di cooperazione orizzontale” e di “multilevel governance”.Per<br />
quanto riguarda la cooperazione orizzontale il Documento fissa come traguardo la realizzazione di un’Unione fra<br />
gli 11 comuni dell’Area fiorentina. Nel paragrafo successivo di questo parere sono rintracciabili alcune osservazioni<br />
e riserve sui criteri di aggregazione intercomunale e sugli ambiti funzionali messi in comune. La prima considerazione<br />
generale che qui proponiamo è che l’aggregazione sia un passaggio essenziale, e che sia stato meritorio<br />
proporla, ma la cui realizzazione appare ancora alquanto difficile. Occorre una forte volontà per superare