VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact
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Intende inoltre operare come protagonista, diretto e indiretto, di iniziative di comunicazione e informazione che<br />
facilitino e incentivino il cambiamento dei comportamenti delle persone affinché producano significativi effetti<br />
sulla sostenibilità della mobilità.<br />
Alla sostenibilità si attribuisce valenza complessiva ovvero ambientale, sociale, economica funzionale ed urbanistica.<br />
Il Piano conterrà le misure per ridurre significativamente il traffico privato, governando in modo sinergico e condiviso<br />
le diverse modalità di spostamento – su ferro, su gomma, ciclabile e pedonale – per raggiungere una serie<br />
di obiettivi strategici tra i quali: perseguire un modello di sostenibilità urbana coerente con gli obiettivi di contenimento<br />
delle emissioni di CO2, ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico, migliorare la qualità urbana nel<br />
centro storico di Firenze e nell’intera area fiorentina e garantire il diritto alla mobilità delle persone e delle merci.<br />
Il Piano Integrato della Mobilità infine non si configura come un documento statico ma come un work in progress<br />
da sottoporre a continue e successive fasi di verifica tecnica e confronto con tutti i soggetti del territorio.<br />
In particolare, il Piano viene redatto con un Processo INtegrato di COinvolgimento (PINCO) attraverso un sistema<br />
di tavoli: un tavolo orizzontale che coinvolge i portatori di interessi generali (la filiera istituzionale pubblica, la<br />
Camera di Commercio, le categorie economiche, i sindacati, le cooperative e le associazioni ambientaliste), tavoli<br />
verticali su temi settoriali e tavoli di staff (coordinamento tecnico locale, coordinamento della comunicazione<br />
locale e osservatorio della mobilità) a supporto della segreteria tecnica.<br />
Master Plan dell’alta formazione<br />
Il Master Plan dell’alta formazione nasce con la firma, nel luglio 2007, del Protocollo d’Intesa tra l’Università degli<br />
Studi di Firenze e il Comune di Firenze. Il coordinamento operativo della raccolta dati e della programmazione<br />
redazionale del Master Plan è garantito dall’Università.<br />
L’obiettivo è quello di favorire il potenziamento e lo sviluppo coordinato delle diverse attività di ricerca e di formazione<br />
universitaria e post universitaria presenti nell’area metropolitana al fine di determinare un salto di qualità<br />
dell’offerta formativa come prodotto di sistema.<br />
Il Piano Strategico dell’area metropolitana fiorentina<br />
Il Piano Strategico, come già detto nell’introduzione a questo documento, non è un atto amministrativo ma uno<br />
strumento volontaristico, che non si sostituisce certamente a quelli istituzionali vincolistici ma che li supporta, e<br />
supporta quindi l’azione di governo, nella misura in cui aggrega interessi, mettendo in rete politiche, attori e progetti.<br />
Oggi il Piano Strategico di Firenze si pone più che mai l’obiettivo principale di costruire, mantenere e gestire<br />
meccanismi di cooperazione orizzontale, di integrazione pubblico privato e di multilevel governance, puntando<br />
a quella che è stata definita la “strumentazione strategica” (più che alla progettazione strategica) e alla programmazione<br />
integrata (più che alla integrazione dei progetti). In altri termini, attraverso la costruzione di reti a geometria<br />
variabile che promuovano e gestiscano l’intercomunalità, le partnership pubblico-pubblico e pubblicoprivato<br />
e il coordinamento tra istituzioni locali e sovralocali, il Piano Strategico intende definire l’ingegneria istituzionale<br />
e funzionale più adatta a rafforzare la governance metropolitana e di area vasta.<br />
In questa direzione va, innanzitutto, la proposta dell’Unione dei Comuni, ma anche il sostegno a tutti quei<br />
momenti, avviati dal Piano e attualmente in corso, in cui è promosso il coordinamento tra Enti e programmi dell’area<br />
urbana fiorentina, e a tutti quegli accordi multilaterali, nati in seno al processo di pianificazione strategica,<br />
che di fatto realizzano il coordinamento di politiche metropolitane di rilievo strategico. Il riferimento esplicito è<br />
ai “tavoli metropolitani” sulla mobilità, sui piani strutturali, sui nuovi percorsi degli autobus e sull’illuminazione<br />
pubblica e alle “conferenze metropolitane” degli assessori alla cultura e degli assessori all’ambiente; così come<br />
agli accordi sulla Fondazione per il Trasferimento Tecnologico della Ricerca, sulla Città del Restauro, sulla diffusione<br />
e marketing di progetti strategici per lo sviluppo dell’area vasta e sul Master Plan per l’alta formazione.<br />
I tavoli, le conferenze metropolitane, così come i gruppi di lavoro e tutti quei luoghi di confronto e di dialogo,<br />
rispondono anche ad una delle caratteristiche principali del Piano Strategico come processo decisionale inclusivo:<br />
incoraggiare e favorire la partecipazione allargata a tutti i soggetti coinvolti, così come mobilitare il capitale<br />
sociale e le intelligenze progettuali fin dall’inizio dei processi decisionali nell’intenzione di costruire e mantenere<br />
il consenso sull’idea di città che si vuole raggiungere e sulle strategie e le azioni volte a realizzarla.<br />
<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> <strong>VERSO</strong> LA CITTÀ METROPOLITANA: <strong>IL</strong> RACCORDO DEL TERRITORIO 109