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VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact

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Signa) e quella di Pontassieve, con valori che si attestano intorno all’8-9% del totale. Al contrario, i comuni con le<br />

quote più ridotte sono quelli a maggiore urbanizzazione (Firenze) e quelli con insediamenti residenziali di qualità<br />

(Fiesole, Bagno a Ripoli), con valori intorno all’1%.<br />

I sette anni passati hanno determinato l’acuirsi delle differenze, dovute ad una gestione non coordinata dell’utilizzo<br />

del suolo e delle politiche abitative, anche di fronte a una forte pressione derivante alla sempre maggiore<br />

migrazione e ai cambiamenti nei bisogni dei cittadini.<br />

Alla domanda tradizionale non ancora soddisfatta si è infatti aggiunta un’area del bisogno che include profili<br />

sociali molto differenti, in cui la questione della casa quando non è propriamente collegata ad un rischio di marginalità<br />

è comunque connesso ad altre necessità di tipo sociale e comunque di assistenza e supporto (inserimento<br />

sociale, abilitazione professionale, orientamento e avvio al lavoro, assistenza alla persona, etc.). Tale è il caso<br />

delle famiglie dotate di una discreta capacità di spesa ma comunque non in grado di acquistare una casa o di<br />

sostenere il livello attuale degli affitti, le giovani coppie, le nuove povertà, gli studenti fuori sede, disabili, ex carcerati:<br />

un quadro composito ed ampiamente diversificato che va ad affiancarsi alla domanda tradizionale composta<br />

prevalentemente da immigrati, fasce povere della popolazione, senza dimora.<br />

Tabella 3.38 COMUNE DI FIRENZE: UTENTI PER CITTADINANZA E TIPOLOGIA DI ACCOGLIENZA<br />

Fonte: Polo delle Marginalità del Comune di Firenze, 2006<br />

La questione casa coinvolge, dunque, un numero sempre maggiore di gruppi sociali, creando una forte segmentizzazione<br />

rispetto al territorio; richiedendo interventi innovativi, che superino la staticità della dimensione abitativa<br />

territoriale per sposare concetti dinamici in risposta a criticità contingenti e bisogni transitori. La sfida è<br />

quella di introdurre una cultura parallela che affronti la questione della casa in un’ottica flessibile e diversificata,<br />

tagliata su esigenze dissimili frutto di numerose variabili esistenziali e suscettibile ai mutamenti che scandiscono<br />

le diverse fasi della vita dell’uomo contemporaneo.<br />

Da parte dei Comuni dell’area fiorentina vi è la necessità di costruire politiche che indirizzino il mercato verso l’affitto<br />

e una flessibilità abitativa che realizzi opportunità per la stabilizzazione degli emigrati e dei cittadini economicamente<br />

e socialmente più deboli, che risponda alla formazione di nuovi nuclei familiari, alle esigenze di<br />

mobilità lavorativa e di studio; che indirizzi e coordini scelte di riorganizzazione residenziale che vede un invecchiamento<br />

strutturale delle abitazioni e della popolazione determinando nuove e diverse necessità di spazio abitativo.<br />

Al fine di farlo diventare un investimento interessante è necessaria una legge nazionale che equipari il prelievo<br />

fiscale nei confronti dell’affitto a quello degli investimenti finanziari. Un percorso che interviene culturalmente<br />

sia sulle imprese che costruiscono abitazioni che sui cittadini che ne diventano proprietari.<br />

Per la realizzazione di un sistema concertativo non possono che corrispondere più organiche linee d’intervento<br />

che spettano prevalentemente alla Regione. Gli stessi finanziamenti stanziati dal Governo con il decreto sull’e-<br />

<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> INNOVAZIONE E SV<strong>IL</strong>UPPO: ASSI, FATTORI E PROGETTI 169

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