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VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact

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universitari, al CNR, all’Opificio delle Pietre Dure, al Polimoda, al sistema degli archivi e delle biblioteche, etc. – che<br />

ne farebbero un vero e proprio “distretto dei saperi” unico per le sue caratteristiche.<br />

Anche il dibattito sulla contemporaneità deve uscire dalle secche in cui è arenato da una inopportuna contrapposizione<br />

che rischia di schiacciarlo nel ruolo antagonistico di un medesimo copione: arte contemporanea vs.<br />

patrimonio artistico. Occorre riattivare un circolo virtuoso che, a partire dal dialogo costante con la memoria sappia<br />

creare le condizioni di una nuova stagione di creatività, evitando di riprodurre anche sul terreno dell’arte contemporanea<br />

gli stessi squilibri a favore di un’offerta culturale tutta orientata al consumo. Bene dunque individuare<br />

spazi espositivi dedicati ma senza trascurare gli elementi di ricerca e sperimentazione, stimolando la produzione<br />

in loco, lasciando ai privati il compito di interagire col mercato.<br />

In questa direzione si muovono i numerosi progetti culturali proposti nell’ambito del primo Piano Strategico,<br />

molti dei quali già ad uno stadio di elaborazione avanzata come riportato nel par. 1 del cap. 4 sulle realizzazioni<br />

del Piano Strategico.<br />

Di seguito si presentano i progetti che qui si sostengono e promuovono.<br />

La Città del Restauro<br />

La Città del Restauro è apparsa fin da subito come un’idea ambiziosa ma dalle grandi potenzialità.<br />

Obiettivo principale del progetto è quello di rispondere alla diffusa esigenza di mettere in collegamento oltre ai<br />

tre grandi settori: operatività, formazione e ricerca in cui si suddivide il mondo del restauro, anche la parte pubblica<br />

e quella privata che opera in questo campo.<br />

È questo il tema fondamentale da affrontare per riuscire a porsi concretamente l’obiettivo di fare sistema. È<br />

determinante riuscire a implementare lo scambio di conoscenze tra i vari settori, facilitare la comunicazione tra<br />

chi fa ricerca e chi opera, ampliare il più possibile il numero di operatori che possono avere accesso ai risultati di<br />

questa ricerca ma anche favorire un proficuo scambio tra le istituzioni e i privati che contribuiscono a creare questa<br />

fitta rete di competenze specifiche<br />

che poche altre aree possono<br />

vantare. Non secondario appare<br />

inoltre l’aspetto legato alla possibilità<br />

di favorire la promozione di<br />

queste competenze a livello internazionale<br />

in un momento in cui<br />

molti paesi cominciano a porsi il<br />

problema della conservazione del<br />

proprio patrimonio culturale.<br />

La realizzazione di un primo step<br />

in forma “virtuale”, con il portale<br />

www.firenzerestauro.it, ha consentito<br />

di verificare la consistenza del<br />

patrimonio di conoscenze che sta<br />

alla base del progetto e di mettere<br />

in evidenza la diffusa esigenza di<br />

migliorare il grado di integrazione<br />

delle funzioni al fine di ottimizzare<br />

i risultati, come è stato ampiamente<br />

sottolineato da tutti gli intervenuti<br />

al convegno di presentazione<br />

del progetto (24 novembre 2006)<br />

che ha suscitato interesse ed<br />

aspettative da parte degli addetti<br />

ai lavori non solo a livello locale.<br />

I numeri sono tutt’altro che irrilevanti:<br />

ad oggi 180 tra istituzioni e<br />

operatori privati hanno aderito,<br />

<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> INNOVAZIONE E SV<strong>IL</strong>UPPO: ASSI, FATTORI E PROGETTI 115

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