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VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact

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Le debolezze<br />

La principale debolezza di questa ipotesi consiste nel fatto che si tratta di una soluzione che potrebbe apparire<br />

eccessivamente tradizionale e statica. Particolare attenzione, allora, dovrebbe essere da un lato dedicata agli<br />

aspetti simbolico/comunicativi (ad esempio lo stemma dell’Unione) e dall’altro all’attento dimensionamento dei<br />

risparmi e/o miglioramenti della qualità delle funzioni che questa strada renderebbe possibili.<br />

Cosa pensano gli attori del territorio<br />

“La dimensione metropolitana è indispensabile per riequilibrare i conti del Comune e programmare i servizi e lo sviluppo<br />

dell’area. Aspettiamo la legge nazionale e ci prepariamo a indicare il nuovo livello di governo locale tra gli<br />

obiettivi strategici della prossima legislatura”, Leonardo Domenici, Sindaco di Firenze (Il Sole24Ore, 3 agosto 2003)<br />

La Conferenza dei Sindaci “non crea nulla di aggiuntivo, la politica e le istituzioni sono già abbastanza barocche: noi<br />

vogliamo intraprendere la strada dell’integrazione, dell’aggregazione e della semplificazione, oltre al coordinamento<br />

delle scelte”, Leonardo Domenici, Sindaco di Firenze (Ufficio Stampa Comune di Firenze, 8 gennaio 2007)<br />

“Questa nuova fase che si apre è segnata dall’unione delle amministrazioni dell’area fiorentina che in materia di territorio,<br />

ambiente, urbanistica, mobilità e sviluppo economico, devolveranno le loro decisioni a un livello superiore, a<br />

una forma amministrativa inedita”, Riccardo Nencini, Assessore al Piano Strategico Comune di Firenze (La Repubblica,<br />

4 febbraio 2008)<br />

“Proponiamo una visione della città nella sua dimensione che noi riteniamo reale, cioè l’area degli undici Comuni<br />

che fanno la ‘Firenze reale’, quell’area di interscambio di funzioni, di mobilità, di problematiche sociali molto omogenee”,<br />

Riccardo Nencini, Assessore al Piano Strategico Comune di Firenze (Metropoly Day, 21 febbraio 2008)<br />

“Il problema dell’integrazione amministrativa del territorio fiorentino, affermato dalla legge 142 del 1990 sulla riforma<br />

dell’ordinamento degli enti locali con la previsione delle aree metropolitane, ha trovato un nuovo slancio nel<br />

dibattito seguito anche all’iniziativa del governo nazionale, intenzionato a togliere questa prospettiva dalle secche<br />

in cui era finita”, Giuseppe Matulli, Vicesindaco di Firenze (Ufficio Stampa Comune di Firenze, 6 settembre 2006)<br />

Elaborare un piano strutturale per l’intera città metropolitana, “in questo modo sarà possibile passare da un confronto<br />

che esiste oggi ad un vero e proprio strumento di programmazione delle politiche strategiche unico”, Gianni Biagi,<br />

Assessore all’Urbanistica Comune di Firenze (Il Firenze, 18 aprile 2007)<br />

“Sono indispensabili politiche di area vasta per funzioni primarie come il governo del territorio, l’urbanistica, la mobilità,<br />

gli insediamenti industriali, i servizi pubblici locali. La frammentazione di queste politiche a livello locale crea<br />

grandi problemi. Dobbiamo accelerare: facciamo presto l’Unione degli undici Comuni e dotiamola di poteri veri. Con<br />

una avvertenza: i livelli di governo vanno ridotti, non moltiplicati”, Giovanni Gentile, Presidente Confindustria Firenze<br />

(Metropoli Day, 26 giugno 2008)<br />

La costituzione della Conferenza dei Sindaci “è la prima tappa di quella semplificazione burocratica e gestionale che<br />

cittadini e imprese ci chiedono da anni e che produrranno sicuramente effetti positivi”, Luca Mantellassi, Presidente<br />

Camera di Commercio di Firenze (Il Firenze, 9 gennaio 2007)<br />

“Dare nuovo impulso al progetto di città metropolitana facendo bene attenzione a non aumentare i livelli di governo”,<br />

Luigi Nenci, Direttore CNA Firenze (Il Sole24Ore, 3 gennaio 2007)<br />

“È un’occasione da non perdere per trasformare il volto di Firenze in chiave moderna, coniugando la ricchezza del<br />

patrimonio artistico con gli aspetti di dinamismo e funzionalità. Per centrare l’obiettivo serve però una guida forte,<br />

che impedisca alla macchina di incepparsi, nella prospettiva di allargare il governo metropolitano all’area vasta che<br />

comprende anche Prato e Pistoia”, Sergio Ceccuzzi, Presidente Confindustria Toscana (Il Sole24Ore, 3 agosto 2003)<br />

“Non si tratta di sovrapporre un’istituzione ad un’altra, ma di sostituirla per diminuire i livelli istituzionali. La città<br />

metropolitana oltre alle funzioni della Provincia avrebbe, avrebbe alcune deleghe tipiche dei Comuni: su mobilità e<br />

viabilità, grandi opere, programmazione urbanistica. Tutti i territorio dovranno essere coinvolti”, Andrea Barducci,<br />

Vicepresidente Provincia di Firenze (Il Sole24Ore, 14 dicembre 2004)<br />

“È necessario avviare da subito l’Unione dei Comuni perché c’è una necessità improrogabile di ‘governare questo territorio’.<br />

La futura città metropolitana, poi, non dovrà sommarsi alla catena dei poteri locali, ma assumere le funzioni<br />

e i poteri della Provincia e dei Comuni che la costituiscono”, Simone Gheri, Sindaco di Scandicci (Il Sole24Ore, 21<br />

novembre 2006)<br />

<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> <strong>VERSO</strong> LA CITTÀ METROPOLITANA: <strong>IL</strong> RACCORDO DEL TERRITORIO 99

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