VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact
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<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> INNOVAZIONE E SV<strong>IL</strong>UPPO: ASSI, FATTORI E PROGETTI<br />
Il sistema teatrale metropolitano fiorentino<br />
Risulta evidente dalla lettura del documento redatto da una commissione incaricata dalla Regione Toscana, per<br />
un’ipotesi di riassetto del sistema teatrale regionale, nell’ambito del Patto Stato-Regioni, la necessità per Firenze<br />
di individuare un ruolo forte da giocare in questa partita.<br />
Troppi anni di latenza hanno condotto la città a una debolezza strutturale quasi irreversibile.<br />
Non a caso il documento, dove si affronta l’area fiorentina, si limita a fotografare l’esistente, un panorama estremamente<br />
frammentario, fatto di realtà medie, piccole o piccolissime, diffuse sul territorio, con un effetto di polverizzazione<br />
che, in assenza di un disegno organico, impedisce la visione di un chiaro orizzonte di riferimento.<br />
Ciò che potrebbe rappresentare infatti indice di vitalità in un sistema sano, si riduce, in un contesto acefalo,<br />
privo di istituzioni e di interlocutori, ad una mera lotta per la sopravvivenza, che svilisce il lavoro artistico e culturale<br />
degli operatori fiorentini.<br />
Sono stati individuati alcuni temi-obbiettivo che, possono essere efficacemente ripresi come base per una riflessione:<br />
- La necessità non più rinviabile di riportare la produzione teatrale di alto livello a Firenze, per riequilibrare quel<br />
rapporto produzione/consumo, il cui squilibrio a favore di quest’ultimo – non solo in ambito culturale – negli<br />
ultimi lustri ha alterato in modo irreversibile il volto della città.<br />
- La scelta strategica e di lungo periodo, al fine di riattivare un circolo virtuoso fatto di trasmissione di saperi, fra<br />
tradizione e ricerca, per favorire un ricambio generazionale, di puntare sull’alta formazione con la creazione di<br />
un centro di eccellenza, una Scuola di specializzazione per le Arti della Scena.<br />
- L’importanza di riaprire spazi di confronto internazionale, vocazione irrinunciabile per una città come Firenze,<br />
che dalla propria immagine di capitale culturale mondiale, oltre ai benefici economici diretti derivati dal turismo<br />
di massa, dovrebbe trarre occasioni di scambio e di crescita per una economia della conoscenza che sempre<br />
più farà la differenza negli anni a venire.<br />
- L’esigenza di trovare finalmente un ruolo, compatibilmente con le convenzioni poste in essere<br />
dall’Amministrazione con il Teatro del Maggio e con la Compagnia Virgilio Sieni, per l’intero complesso del<br />
Goldoni (Teatro Goldoni e Goldonetta) all’altezza delle potenzialità di quegli spazi di proprietà pubblica e delle<br />
ingenti risorse investite nel loro recupero.<br />
- L’urgenza, determinata dai recenti orientamenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in materia di disimpegno<br />
dalle gestioni dirette dei teatri dell’ETI, di individuare una collocazione adeguata all’interno del sistema<br />
per il Teatro della Pergola, la cui tradizione ed importanza storica e architettonica non consentono scelte al<br />
ribasso.<br />
Da quanto premesso emerge l’esigenza di disegnare un quadro organico che non si limiti alla redistribuzione di<br />
qualche risorsa aggiuntiva lasciando inalterato lo stato attuale, ma provi a dare un segnale forte di inversione di<br />
tendenza in un’ottica di rilancio della produzione culturale in accordo con gli interlocutori che, nell’ambito dell’area<br />
metropolitana, svolgono già da tempo un ruolo in questa direzione: dalle esperienze qualificate nei settori<br />
dell’innovazione dei linguaggi teatrali e degli scambi internazionali di Fabbrica Europa, del Teatro Studio di<br />
Scandicci e del Festival Intercity di Sesto Fiorentino, a realtà di grande tradizione storica ma in cerca di una nuova<br />
identità come l’Estate Fiesolana, a più recenti esperienze come il Teatro Comunale dell’Antella nel comune di<br />
Bagno a Ripoli o il Teatro delle Donne a Calenzano. Con una prospettiva di medio periodo che possa interessare<br />
un orizzonte più ampio, nell’ambito di un più generale riassetto delle politiche culturali della Regione Toscana.<br />
Occorre immaginare per Firenze, un progetto che risponda agli obiettivi sopra indicati, incentrato sul tema del<br />
grande patrimonio della drammaturgia in lingua italiana, classica e contemporanea e articolato a più livelli: formazione,<br />
ricerca, produzione teatrale.<br />
La creazione di un Teatro che rivolga una particolare attenzione al “repertorio nazionale in lingua italiana”, che<br />
custodisca e tramandi, quale bene culturale, tutta la drammaturgia in lingua nella sua evoluzione storica e nel<br />
suo sviluppo contemporaneo anche in relazione con le altre “lingue” teatrali italiane. Un simile progetto potrebbe<br />
vedere fertile terreno di collaborazione tra vari soggetti e istituzioni culturali fiorentine, prima fra tutte<br />
l’Università, il cui Dipartimento Arte Musica e Spettacolo vanta una lunga tradizione di studi e ricerche sul teatro<br />
di età rinascimentale e barocca; il Gabinetto Viesseux, coi suoi fondi letterari e per i rapporti con il teatro di<br />
poesia; il Teatro Comunale per le questioni relative al teatro musicale, la cui nascita quattro secoli fa proprio a<br />
Firenze è stata celebrata di recente; l’Accademia della Crusca, per le questioni inerenti allo sviluppo della lingua<br />
italiana con particolare riferimento alla lingua teatrale; per non parlare delle innumerevoli altre istituzioni italiane<br />
e internazionale che potrebbero di volta in volta essere coinvolte in singole iniziative.