VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact
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<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> INNOVAZIONE E SV<strong>IL</strong>UPPO: ASSI, FATTORI E PROGETTI<br />
nonostante un continuo ridimensionamento della specializzazione industriale. Questa tendenza di fondo, tuttavia,<br />
influenza molto il dibattito politico, in cui acquista sempre maggiore importanza il tema della “delocalizzazione”.<br />
Quando si parla di delocalizzazione emergono curiosamente due atteggiamenti opposti: quello degli studiosi<br />
che vedono il fenomeno come espressione di capacità imprenditoriale e, quindi, anche di competitività del sistema,<br />
e quello degli operatori locali, per i quali delocalizzare significa perdere quote di produzione e occupazione 5 .<br />
In realtà, l’analisi dei dati ha mostrato che i processi di delocalizzaizone che al momento interessano l’area fiorentina<br />
non hanno (ancora) dimensioni e caratteristiche tali da essere individuati come causa della flessione<br />
manifatturiera. Nell’area considerata vi è una certa presenza di forme di delocalizzazione verso paesi a più basso<br />
costo del lavoro, ma prevalgono quelle verso paesi con medesimo livello di sviluppo e non mancano delocalizzazioni<br />
da parte di imprese straniere nell’area fiorentina, che mostra dunque una certa attrattività. In sintesi, il<br />
processo di delocalizzaizone toscano è ancora troppo agli albori per poterne prevedere gli esiti, ma è un fatto<br />
che, in Italia, le aree più coinvolte dal processo in questione siano quelle più sviluppate del Nord e, in Toscana,<br />
quelle dell’area metropolitana fiorentina, confermando l’ipotesi prevalente nella letteratura di settore, che vede<br />
la delocalizzazione come l’espressione di un comportamento imprenditoriale evoluto.<br />
L’artigianato di qualità in Toscana<br />
Secondo la definizione normativa adottata dalla Regione Toscana (L.R.58/99), le attività dell’artigianato artistico e tradizionale<br />
fanno riferimento a due grandi tipologie:<br />
- le lavorazioni dell’artigianato artistico, con cui si intendono le produzioni di elevato valore estetico, ispirate a forme e stili che<br />
costituiscono gli elementi tipici del patrimonio storico e culturale locale. Rientrano in questo ambito anche le attività di<br />
restauro finalizzate alla conservazione dei beni del patrimonio artistico;<br />
- le lavorazioni dell’artigianato tradizionale, vale a dire le produzioni e le attività di servizio realizzate secondo tecniche e<br />
modalità consolidate nelle consuetudini locali.<br />
Passando ad una definizione più operativa, rientrano nell’artigianato di qualità la produzione di abbigliamento su misura, di<br />
prodotti in cuoio e pelle, di oggetti di tappezzeria, le lavorazioni artigianali del legno, dei metalli, del vetro e della carta, le attività<br />
di restauro, la tessitura, il ricamo, le decorazioni, la fotografia, la produzione di strumenti musicali e i prodotti alimentari<br />
tipici.<br />
Al 2001 le imprese toscane dell’artigianato artistico sono state stimate in circa 20.000, pari a un sesto del totale delle imprese<br />
artigiane.<br />
Dal punto di vista della distribuzione per grandi settori di attività, il 69% appartiene all’artigianato tradizionale, il 26% all’artigianato<br />
artistico e il restante 6% al restauro del patrimonio artistico.<br />
Dal punto di vista territoriale, la provincia di Firenze emerge per il peso della tradizione locale e per il forte ruolo di immagine<br />
giocato dalla città capoluogo. Tale provincia assorbe da sola il 38% delle attività dell’artigianato artistico regionale (graf. 3.1).<br />
Grafico 3.1 DISTRIBUZIONE PROVINCIALE DELLE IMPRESE DELL’ARTIGIANATO DI QUALITÀ<br />
Fonte: Zanni L., Le imprese dell’artigianato artistico e tradizionale in Toscana, Regione Toscana 2001<br />
Determinante, per l’ottimo risultato ottenuto dalla provincia di Firenze è il peso delle attività di restauro, che devono la loro<br />
dimensione alla presenza di una forte domanda locale espressa sia dai turisti che dalle Soprintendenze ai Beni Culturali, legate<br />
all’alta dotazione artistica del capoluogo. L’area fiorentina figura tra le aree a maggiore concentrazione delle attività dell’artigianato<br />
artistico, oltre che per i motivi suddetti, anche per l’eterogeneità delle produzioni riferibili al settore in questione:<br />
pelletteria, lavorazione della carta, illuminazione.<br />
Le caratteristiche territoriali incidono in maniera determinante sulla tipologia di artigianato attratta e sulle sue caratteristiche<br />
organizzative e di performance. Le imprese dell’artigianato artistico e dell’artigianato tradizionale presentano in proposito<br />
profili molto diversi: l’artigianato artistico tende a preferire la localizzazione urbana rispetto a quella distrettuale, rivolgendosi<br />
in particolar modo alle città d’arte; tende a collocarsi in settori di nicchia, pertanto meno esposti alla concorrenza; tende a<br />
puntare soprattutto sul valore estetico e culturale dei beni e servizi prodotti; tende ad avere una rete molto ridotta di relazio-<br />
5 Casini Benvenuti S., Delocalizzazione produttiva da problema a<br />
opportunità: il caso dell’area fiorentina in una ricerca Irpet. Atti<br />
del convegno, Angeli 2006.