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VERSO IL SECONDO PIANO STRATEGICO - Urbact

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asa sulle linee guida della nuova programmazione: integrazione delle politiche settoriali e di queste con le politiche<br />

territoriali, per una maggiore efficienza ed efficacia nella realizzazione e per una concertazione mobilitante<br />

in grado di attivare risorse innovative per il sistema.<br />

La L.R. 49/99 definisce inoltre il PASL come strumento pattizio ad adesione volontaria. Tale impostazione è affermata<br />

anche nel nuovo Programma Regionale di Sviluppo 2006-2010 che individua i PASL “come lo strumento di<br />

negoziazione progettuale fra le priorità programmatiche contenute nei Progetti Integrati Regionali (contenuti<br />

nel PRS stesso) e quelle espresse dal territorio, sulla base della reciproca condivisione. Nel PIR 4.1 –<br />

Partecipazione, governance, sistema delle autonomie, aree vaste, sicurezza – del PRS vigente, i PASL sono richiamati<br />

negli obiettivi specifici relativi alla “Programmazione regionale e locale” con riferimento alla valorizzazione<br />

del ruolo delle Province nella programmazione dello sviluppo.<br />

La struttura metodologica dei PASL, evidenzia tre fasi. La prima si concretizza con la sottoscrizione di un’intesa<br />

istituzionale tra Regione e Amministrazioni Provinciali. La seconda fase prevede la costruzione delle progettualità<br />

proposte dal territorio (fase conclusa con l’approvazione da parte della Giunta Regionale degli 11 PASL –<br />

Province e Circondario Empolese Valdelsa). La terza fase concerne l’attuazione dei progetti.<br />

L’11 aprile 2007 sono stati sottoscritti i PASL provinciali di Firenze, Prato, Pistoia e del Circondario Empolese<br />

Valdelsa, che contengono la previsione dell’adozione di un PASL di Area vasta metropolitana. Il 27 luglio 2007 è<br />

stato sottoscritto il PASL di Area vasta metropolitana, i cui contenuti sono stati definiti, come sintesi e selezione,<br />

a partire dai contenuti dei rispettivi PASL di livello provinciale, con l’obiettivo di indicare alcune significative progettualità<br />

prioritarie condivise per lo sviluppo del territorio delle province di Firenze Prato e Pistoia.<br />

La linea di sostegno verso gli approcci di area vasta metropolitana si tradurrà nel riconoscere una priorità alla<br />

progettualità strategica integrata attraverso sistemi di premialità che incentivino i processi di governo su scala<br />

ampia, rispetto agli interventi presentati dai singoli territori.<br />

Piano Integrato di Salute (PIS)<br />

Il Piano Integrato di Salute (PIS) si inserisce in un quadro normativo in evoluzione che disegna una modificazione<br />

profonda del sistema del welfare toscano.<br />

La riforma costituzionale (L. 3/2001), le Leggi Regionali (40/2005 e 41/2005), il Piano Sanitario Regionale<br />

(2008/2010), il Piano Integrato Sociale Regionale (2007/2010) hanno delineato un sistema di welfare per assicurare<br />

il diritto alla salute, dove per “salute”si intende lo “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non<br />

semplice assenza di malattia”.<br />

Gli obiettivi che si pongono sono quelli di assicurare il miglioramento della salute e del benessere della popolazione,<br />

a partire dai soggetti deboli, in un quadro di soddisfazione e di partecipazione dei cittadini e di efficienza<br />

e sostenibilità del sistema.<br />

In questo quadro viene affermata l’integrazione del sistema sanitario con gli altri settori del governo del territorio.<br />

In particolare “questo processo comporta un rafforzamento delle relazioni esistenti tra i diversi settori organizzativi<br />

della Regione e una nuova centralità del sistema delle autonomie locali.”<br />

I PIS rappresentano lo strumento partecipato di programmazione integrata delle politiche sociali e sanitarie a<br />

livello di zona-distretto, nel rispetto della programmazione sovraordinata di livello regionale e servono ad impostare<br />

le attività delle Società della Salute (cfr. box di seguito).<br />

I PIS sono lo strumento con il quale sono integrate le politiche sociali di ambito zonale con le politiche sanitarie<br />

a livello di zona-distretto.<br />

I PIS, inoltre, sono tenuti a coordinarsi, con gli strumenti di programmazione e d’indirizzo locali prevedendo<br />

momenti di raccordo e forme di rapporto con gli altri enti pubblici interessati e con le strutture di assistenza delle<br />

organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale, della cooperazione sociale e del terzo<br />

settore e con gli strumenti amministrativi di competenza dei Comuni nei settori che incidono sulle condizioni di<br />

benessere della popolazione e con la programmazione e gli atti fondamentali di indirizzo regionali.<br />

La Giunta Regionale elabora apposite linee guida per la predisposizione dei PIS.<br />

<strong>VERSO</strong> <strong>IL</strong> <strong>SECONDO</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>STRATEGICO</strong> <strong>VERSO</strong> LA CITTÀ METROPOLITANA: <strong>IL</strong> RACCORDO DEL TERRITORIO 107

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