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Italy Yearbook - 2008

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7. Istruzione<br />

studenti che negli anni precedenti si erano immatricolati ai corsi del gruppo<br />

giuridico. La laurea magistrale in giurisprudenza, appena istituita, raccoglie<br />

infatti già ben il 30 per cento delle iscrizioni ai corsi del gruppo giuridico.<br />

Nel 2006/2007 gli iscritti ai corsi universitari sono nel 62,5 per cento dei<br />

casi studenti di un corso di laurea triennale e nel 22,5 di un corso specialistico<br />

(biennale e a ciclo unico); nell’anno accademico precedente tali quote erano<br />

rispettivamente del 64 per cento e del 15 per cento circa. Gli iscritti ai corsi di<br />

laurea o di diploma universitario del vecchio ordinamento, pari a 15,0 per<br />

cento nel 2006/2007, rappresentavano circa il 20 per cento del totale nel<br />

2005/2006.<br />

A sei anni dall’avvio della riforma, i corsi di studio afferenti al nuovo ordinamento<br />

sono la maggioranza, anche se sono tutt’altro che pochi quelli del vecchio<br />

ordinamento che presentano ancora iscrizioni: si tratta infatti di 6.590<br />

nuovi corsi (3.823 lauree di primo livello, 2.502 di tipo specialistico e 265 di tipo<br />

specialistico a ciclo unico) contro 1.950 corsi tradizionali. La stragrande maggioranza<br />

dei corsi del vecchio ordinamento è ad esaurimento: nel 2006/2007 solo<br />

35 dei 1.950 corsi tradizionali registrano ancora immatricolazioni.<br />

Le università con sede nel Nord del Paese raccolgono il 37,5 per cento del<br />

totale delle iscrizioni; il 26,1 per cento degli studenti è iscritto in un ateneo del<br />

Centro ed il restante 36,4 per cento negli atenei del Mezzogiorno. In tutte e<br />

tre le ripartizioni il maggior numero di studenti si rileva per i corsi del nuovo<br />

ordinamento; rispetto alle altre circoscrizioni territoriali, nel Mezzogiorno si<br />

registra una quota relativamente più elevata di iscritti ai corsi di laurea tradizionali.<br />

Le iscrizioni regionali, essendo riferite alla collocazione geografica dell’ateneo<br />

presso cui gli studenti sono iscritti, non sono del tutto esemplificative dell’effettiva<br />

partecipazione accademica dei giovani provenienti dalle varie regioni,<br />

soprattutto considerato che le università del Nord-Centro risultano più numerose<br />

di quelle del Sud e che la mobilità territoriale degli studenti universitari<br />

è piuttosto elevata (uno studente su cinque studia in una regione diversa<br />

da quella di residenza). I tassi di iscrizione per regione di residenza (studenti<br />

universitari per 100 giovani di 19-25 anni della regione di residenza) mostrano<br />

come la partecipazione agli studi universitari sia particolarmente elevata<br />

per i giovani residenti in Molise (55,6), Abruzzo (53,1), Basilicata (50,0), Lazio<br />

(49,8), e Calabria (48,0); per quattro di queste regioni si riscontra anche una<br />

consistente quota di giovani che studiano fuori dalla propria regione: Basilicata<br />

(76,2 per cento), Molise (61,0), Calabria (41,6) e Abruzzo (29,8). Le più<br />

basse incidenze di studenti universitari si riscontrano in Trentino-Alto Adige<br />

(27,2), Lombardia (33,2), Veneto (34,8) e Piemonte (35,2).<br />

Per quanto riguarda le scelte di studio, le iscrizioni universitarie nei nuovi<br />

corsi di laurea triennali si concentrano soprattutto nei gruppi economico-statistico<br />

(15,0 per cento), politico-sociale (14,2 per cento), ingegneria (12,5 per cento)<br />

e letterario (10,1 per cento). Tra i corsi di laurea del vecchio ordinamento,<br />

il maggior numero di iscritti si riscontra soprattutto per i gruppi giuridico<br />

(24,2 per cento) e insegnamento (13,1 per cento), ossia nei settori disciplinari<br />

che hanno continuato a prevedere immatricolazioni nei corsi “tradizionali” anche<br />

oltre l’avvio della riforma. Infine, tra i corsi specialistici del nuovo ordinamento<br />

(sia biennali sia a ciclo unico), oltre al settore giuridico (20,3 per cento),<br />

registrano il maggior numero di iscrizioni i settori medico (14,8 per cento), ingegneria<br />

e chimico-farmaceutico (9,7 per cento per entrambi).<br />

La percentuale di iscrizioni femminili – più elevata nei corsi di laurea a<br />

percorso lungo (61,3 per cento per il vecchio ordinamento e 58,5 per cento per<br />

il nuovo ordinamento) che non in quello breve (54,7 per cento per le lauree<br />

triennali) – risulta variare molto a seconda del settore disciplinare. L’incidenza<br />

di donne tra gli iscritti è minima nei gruppi difesa e sicurezza (con percentuali<br />

che vanno, a seconda del tipo di corso, da 11,2 per cento a 13,5 per<br />

cento) e ingegneria (da 18,0 per cento a 21,6 per cento) e massima soprattutto<br />

nel gruppo insegnamento (con percentuali che variano dal 94,1 per cento<br />

per le lauree del vecchio ordinamento all’89,5 per cento per i corsi di laurea<br />

specialistica all’88,8 per cento per i corsi di laurea triennale).<br />

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