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Italy Yearbook - 2008

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Annuario statistico italiano <strong>2008</strong><br />

tenuti ben al di sotto della media nazionale. Nelle regioni centrali la diminuzione<br />

è stata di intensità generalmente inferiore a quella media nazionale,<br />

con l’eccezione delle Marche, dove le aziende sono diminuite del 17,7 per cento.<br />

Nelle regioni del Mezzogiorno il confronto tra i due censimenti pone in luce<br />

dinamiche piuttosto differenti. Sebbene prevalga una tendenza alla diminuzione<br />

relativa del numero di aziende agricole inferiore a quella media nazionale,<br />

in Abruzzo e nel Molise i tassi di variazione sono stati ad essa superiori<br />

(rispettivamente -22,4 per cento e -18,0 per cento), mentre la Puglia è<br />

l’unica regione italiana a segnare un pur contenuto aumento delle aziende<br />

agricole, pari a +0,5 per cento.<br />

Le aziende con superficie agricola utilizzata (Sau) sono risultate essere<br />

2.553.454, pari al 98,4 per cento dell’universo nazionale. Anche in questo caso<br />

il confronto con il Censimento del 1990 mostra una diffusa tendenza alla<br />

diminuzione del numero di aziende, che a livello nazionale è stata identica a<br />

quella riferita al totale delle aziende (-14,2 per cento). Analogamente, la distribuzione<br />

dei tassi di variazione per ripartizione geografica e per regione<br />

non mostra differenze rilevanti rispetto a quella dei tassi riferiti al totale<br />

delle aziende.<br />

Riguardo alle forme di conduzione dell’azienda agricola, si evidenzia l’aumento,<br />

rispetto al Censimento del 1990, delle aziende condotte con salariati<br />

(+12,7 per cento), a fronte della diminuzione di tutte le altre forme. In particolare,<br />

le aziende a conduzione diretta del coltivatore (che resta, comunque,<br />

la forma largamente prevalente, praticata dal 94,8 per cento delle aziende)<br />

hanno subito un calo del 15,0 per cento, imputabile soprattutto alle aziende<br />

a conduzione diretta del coltivatore con manodopera extrafamiliare prevalente<br />

(-44,5 per cento). Sono quasi del tutto scomparse la conduzione a colonia<br />

parziaria appoderata (1.487 aziende complessive, con una diminuzione<br />

rispetto al 1990 dell’ 83,5 per cento) e le altre forme di conduzione (745 aziende,<br />

-76,4 per cento).<br />

Nella ripartizione delle superfici aziendali per titolo di possesso dei terreni<br />

si registra l’aumento dei terreni solo in affitto (+20,1 per cento in termini<br />

di superficie). Di contro, diminuiscono del 15,4 per cento le aziende che possiedono<br />

terreni solo in proprietà e del 6,4 per cento quelle che possiedono terreni<br />

parte in proprietà e parte in affitto.<br />

Nel 2000 è risultato classificabile, secondo i parametri economici stabiliti<br />

in sede comunitaria (orientamento tecnico-economico e dimensione economica),<br />

il 96,6 per cento delle aziende censite corrispondente a 2.506.614 unità.<br />

Rispetto all’analogo universo classificato nel 1990, tale percentuale risulta<br />

pressoché invariata sia pure a fronte di una riduzione del 14,8 per cento del<br />

numero delle aziende, mentre l’ammontare complessivo di reddito lordo standard<br />

(Rls), pari a 19.313.034 Ude (circa 44.895 miliardi di lire “1996”), ha subito<br />

una flessione molto più contenuta (-4,6 per cento).<br />

La distribuzione delle aziende agricole secondo gli orientamenti tecnicoeconomici<br />

generali mostra una netta prevalenza degli indirizzi produttivi<br />

specializzati, interessando 2.185.081 aziende (oltre 87 su 100) con una marcata<br />

tendenza verso produzioni di tipo vegetale.<br />

Tra gli orientamenti specializzati spiccano quelli verso le “coltivazioni permanenti”<br />

con il 54,1 per cento delle aziende, seguiti da quelli specializzati in<br />

“seminativi” con il 21,6 per cento. Tra gli indirizzi di tipo misto va evidenziato<br />

quello della “policoltura” che, pur rappresentando solo il 9,0 per cento dell’universo<br />

aziendale, con 225.598 unità copre il 70,2 per cento del settore misto.<br />

Analizzando la situazione a livello di ripartizione geografica, si osserva<br />

che per l’Italia meridionale e insulare, e in particolare per Puglia e Calabria,<br />

il peso relativo dell’indirizzo produttivo “coltivazioni permanenti” in termini<br />

di numerosità aziendale raggiunge i valori più elevati. Per le regioni del<br />

Nord-est, e soprattutto per il Veneto, l’incidenza percentuale massima, pari al<br />

38,5 per cento del numero totale di aziende classificabili economicamente, si<br />

registra con riferimento all’orientamento specializzato nei “seminativi”.<br />

La flessione nel numero complessivo delle aziende classificate registratasi<br />

rispetto al 1990 ha interessato, con intensità differenziata, tutti gli<br />

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