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Italy Yearbook - 2008

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26. Censimenti<br />

orientamenti tecnico-economici generali, ad eccezione dei “granivori” per i<br />

quali si rileva, al contrario, un incremento (+5,4 per cento). Gli indirizzi specializzati<br />

hanno avuto complessivamente una riduzione percentualmente<br />

contenuta (-7,9 per cento), mentre molto rilevante è stata quella relativa<br />

agli orientamenti di tipo misto (-43,3 per cento), ascrivibile principalmente<br />

al “poliallevamento”.<br />

In termini di reddito lordo standard aziendale, le aziende specializzate con<br />

16.441.081 Ude coprono l’85,1 per cento del Rls complessivo; in modo speculare,<br />

le aziende con orientamenti tecnico-economici di tipo misto assorbono il<br />

restante 14,9 per cento, corrispondente a 2.871.953 Ude. Circa un terzo del<br />

reddito complessivo appartiene alle aziende orientate verso le “coltivazioni<br />

permanenti”; anche le aziende specializzate in “seminativi”, con più di 4 milioni<br />

e 500 Ude, possiedono un’apprezzabile quota di reddito. Va inoltre evidenziata<br />

la “policoltura” che, pur assorbendo soltanto l’8,4 per cento del Rls<br />

totale, detiene oltre il 50,0 per cento del reddito relativo alle aziende orientate<br />

verso indirizzi produttivi di tipo misto. Come per la numerosità aziendale,<br />

anche per l’ammontare di reddito aziendale si conferma in linea di massima<br />

un’incidenza maggiore relativa alle “coltivazioni permanenti” per le regioni<br />

meridionali e insulari: infatti, in corrispondenza di tali ripartizioni geografiche<br />

si rilevano percentuali maggiori rispetto al dato nazionale. Analogamente,<br />

sono le regioni del Nord-est che possiedono, relativamente alla voce “seminativi”,<br />

le quote di reddito più rilevanti.<br />

Il 71,1 per cento delle aziende non raggiunge le quattro Ude di dimensione<br />

economica (circa 9 milioni di lire “1996”), attribuendosi tuttavia soltanto<br />

l’11,8 per cento del Rls nazionale. Al contrario, il 49,2 per cento del Rls complessivo<br />

è concentrato in appena il 3,5 per cento delle aziende. Le regioni settentrionali<br />

risultano avere, rispetto al resto del Paese, una maggiore incidenza<br />

delle aziende con un alto valore economico della propria produzione<br />

agricola (40 Ude e oltre) e, al contrario, quote più basse relative alle aziende<br />

con scarsa redditività. Infatti, le rispettive percentuali, pari al 57,0 per cento<br />

e all’8,5 per cento, se confrontate con quelle nazionali, risultano essere significativamente<br />

inferiore la prima e discretamente superiore la seconda. La<br />

distribuzione percentuale del reddito conferma il medesimo risultato. In particolare,<br />

tra le regioni aventi una maggiore incidenza delle aziende di dimensione<br />

economica medio-alta e una quota più contenuta in corrispondenza<br />

delle prime classi ricadono la Lombardia e l’Emilia-Romagna; la Calabria,<br />

la Sicilia, il Lazio e la Valle d’Aosta sono, al contrario, le regioni per le quali<br />

risulta, rispetto al dato nazionale, più elevata la percentuale di aziende con<br />

basso reddito e più contenuta quelle delle aziende con reddito medio-alto.<br />

Rispetto al precedente censimento, la suindicata flessione complessivamente<br />

registrata dal Rls nazionale (-4,6 per cento), ha interessato, sia pure<br />

con intensità differenziata, tutte le classi di reddito al di sotto delle cento Ude,<br />

mentre in corrispondenza delle ultime due classi di dimensione economica<br />

(maggiore di cento Ude) si rilevano incrementi superiori al 10 per cento.<br />

Le giornate di lavoro svolte dalle aziende classificate nell’annata agraria<br />

1999-2000 sono state in complesso 330.932.289, con una contrazione pari al<br />

27,5 per cento rispetto al 1990. La differente dinamica tra numero di aziende<br />

e volume di lavoro effettuato ha determinato una riduzione del numero<br />

medio di giornate lavorative, passato da 155 nel 1990 a 132 nel 2000.<br />

Oltre la metà delle giornate di lavoro sono state prestate dai conduttori<br />

delle aziende (52,7 per cento), il 16,2 per cento dai loro coniugi e il 16,5 per<br />

cento da altri familiari e parenti. La quota di giornate prestate dalla manodopera<br />

extrafamiliare resta, invece, fortemente minoritaria (14,6 per cento).<br />

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