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Italy Yearbook - 2008

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24. Risultati economici delle imprese<br />

Per saperne di più...<br />

EUROSTAT.<br />

http://europa.eu.int/comm/eurostat/.<br />

IMF. World economic outlook.<br />

Washington, 2006.<br />

http://www.imf.org/.<br />

I dati contenuti in questo capitolo sono raccolti mediante un complesso sistema<br />

di rilevazioni annuali sulle imprese industriali, commerciali e dei servizi,<br />

finalizzato alla produzione di statistiche nazionali armonizzate a livello<br />

europeo, fortemente disaggregate per attività economica, dimensione d’impresa<br />

e localizzazione territoriale. Queste statistiche sono previste da un regolamento<br />

del Consiglio dell’Unione europea sulle statistiche strutturali sulle<br />

imprese industriali e dei servizi (n. 58/97), che garantisce la qualità dei dati<br />

prodotti e la loro comparabilità internazionale, e sono basate sulla rilevazione<br />

campionaria sulle piccole e medie imprese e sull’esercizio di arti e professioni<br />

(rivolta alle imprese con 1-99 addetti) e sulla rilevazione censuaria<br />

sul sistema dei conti delle imprese (rivolta alle imprese con almeno 100 addetti).<br />

Le due rilevazioni hanno registrato per l’anno 2005 circa 53 mila imprese<br />

rispondenti.<br />

Nel 2005 le imprese italiane dell’industria e dei servizi destinabili alla<br />

vendita (ad esclusione del comparto dell’intermediazione monetaria e finanziaria),<br />

sono state nel 2005 pari a circa 4,3 milioni di unità (Tavola 24.1), hanno<br />

dato occupazione a circa 16,3 milioni di addetti e hanno realizzato un valore<br />

aggiunto di circa 633 miliardi di euro (605 miliardi di euro nel 2004). I lavoratori<br />

dipendenti hanno raggiunto i 10,8 milioni di unità con un incremento<br />

di circa 230 mila unità rispetto al 2004.<br />

In particolare l’industria, con circa 1,1 milioni di unità attive, ha assorbito<br />

circa 6,6 milioni di addetti e ha realizzato un valore aggiunto di circa 293,2<br />

miliardi di euro: il settore manifatturiero, con circa 519 mila imprese, ha occupato<br />

circa 4,6 milioni di addetti e ha realizzato un valore aggiunto di circa<br />

208,8 miliardi di euro mentre il settore delle costruzioni, con circa 584 mila<br />

imprese, ha dato occupazione ad oltre 1,8 milioni di addetti e ha realizzato un<br />

valore aggiunto di 58,1 miliardi di euro. Nei servizi destinabili alla vendita,<br />

infine, il numero di imprese è stato di circa 3,2 milioni di unità, assorbendo il<br />

59,7 per cento dell’occupazione e producendo il 53,7 per cento del valore aggiunto<br />

complessivo: il settore del commercio, con circa 1,3 milioni di imprese,<br />

ha assorbito circa 3,4 milioni di addetti e ha realizzato un valore aggiunto di<br />

circa 108 miliardi di euro. Il complesso delle imprese industriali e dei servizi<br />

ha registrato un valore aggiunto medio per addetto pari a 38,8 migliaia di euro<br />

(44,6 migliaia di euro nell’industria e 35,0 migliaia di euro nei servizi), investimenti<br />

medi per addetto pari a 6,6 migliaia di euro e spese di personale<br />

per dipendente in media di 30,0 migliaia di euro.<br />

Principali risultati<br />

Nel 2005, per il totale delle imprese italiane (Tavola 24.2) i settori con il più<br />

elevato valore aggiunto per addetto sono quelli dell’estrazione di minerali<br />

energetici (430,2 migliaia di euro), della fabbricazione di coke, raffinazione di<br />

petrolio e di trattamento dei combustibili nucleari (173,6 migliaia di euro) e<br />

della produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (160,4 migliaia<br />

di euro). I valori più bassi si registrano negli alberghi e ristoranti (17,5<br />

migliaia di euro), nell’istruzione (20,0 migliaia di euro) e negli altri servizi<br />

pubblici, sociali e personali (28,3 migliaia di euro). Il costo del lavoro più elevato<br />

si registra nei settori dell’estrazione di minerali energetici (72,0 migliaia<br />

di euro), della fabbricazione di coke, raffinazione di petrolio e di trattamento<br />

dei combustibili nucleari (56,6 migliaia di euro) e nella produzione e distribuzione<br />

di energia elettrica, gas e acqua (49,9 migliaia di euro). I settori che presentano<br />

gli investimenti per addetto più alti risultano essere quelli dell’estra-<br />

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