Italy Yearbook - 2008

Annuario statistico italiano 2008
Prospetto 21.1
Spesa per R&S intra-muros in Italia - Anni 2003-2007 (milioni di euro)
Spesa totale
Spesa escluse le università
ANNI
A prezzi
correnti
A prezzi
costanti
2000 (a)
Variazione % su anno
precedente
Rapporto sul Pil
(valore %)
A prezzi
correnti
A prezzi
costanti
2000 (a) (b)
A prezzi
correnti
A prezzi
costanti
2000 (a)
2003 14.769 13.460 1,2 -1,8 1,11 9.769 8.903
2004 15.252 13.507 3,3 0,3 1,10 10.248 9.076
2005 (c) 15.599 13.513 2,3 0,0 1,09 10.887 9.431
2006 - - - - - 11.141 9.492
2007 - - - - - 11.552 9.708
(a) Calcolati mediante il deflatore del Pil.
(b) Per il 2007 è stata utilizzata la previsione di deflatore del Pil inserita nella Relazione unificata sull’economia e
la finanza pubblica (marzo 2007) del Ministero dell’economia e delle finanze.
(c) Con riferimento all’anno 2005 è stata modificata la procedura di stima della spesa per R&S delle università.
Il peso della spesa per R&S sul prodotto interno lordo (Pil), pari come già
osservato all’1,09 per cento nel 2005, appare in costante riduzione dal 2002
quando era pari all’1,13 per cento. L’incidenza della spesa per R&S sul Pil è
un indicatore frequentemente utilizzato per confrontare le performance dei
diversi paesi nel campo della ricerca scientifica. Tale indicatore, secondo i dati
pubblicati dall’Ocse 3 , è stato pari nel 2005 all’1,74 per cento come media per
l’Unione europea (Ue27), mentre il valore medio per i paesi Ocse è risultato
pari al 2,25 per cento (Figura 21.1).
La debolezza della ricerca in Italia emerge in modo ancora più significativo
nel confronto puntuale con alcuni paesi europei: nel 2005 il rapporto tra la
spesa per R&S e Pil è stato pari al 3,80 per cento in Svezia, al 3,48 in Finlandia,
al 2,48 in Germania, al 2,45 in Danimarca e al 2,41 in Austria. La Francia
raggiunge il 2,13 per cento e il Regno Unito l’1,76 per cento. Tra i paesi
della Ue15, oltre l’Italia, solo Grecia, Spagna e Portogallo presentano livelli di
spesa per R&S inferiori all’1,2 per cento del Pil nel 2005.
Secondo le stime Istat, l’attività di R&S svolta dalle imprese rappresenta
poco più della metà dell’attività totale di R&S intra-muros in Italia (50,4 per
cento): un valore sensibilmente inferiore a quello del 66 per cento individuato
come obiettivo comune dei paesi dell’Unione europea. Con le istituzioni nonprofit
che svolgono un ruolo soltanto marginale (2,1 per cento), sono solo il
settore pubblico e quello dell’università che appaiono in linea con gli obiettivi
europei: dal 30,2 per cento della spesa per R&S da parte delle università al
17,3 per cento nel caso delle istituzioni pubbliche.
Complessivamente, la spesa per R&S intra-muros del settore pubblico è
stata pari a 7.413 milioni di euro, di cui 4.712 milioni di euro è il contributo
del settore delle università che, d’altronde, comprende istituzioni sia pubbliche
che, seppur in misura minore, private. La spesa per R&S delle università
appare in calo nel 2005, rispetto al 2004, del 5,8 per cento: tale diminuzione è
stata però largamente determinata da una modifica nelle procedure di stima
della spesa per R&S universitaria.
Gli investimenti in R&S delle imprese, pari a 7.856 milioni di euro nel
2005, mostrano un aumento del 7,7 per cento rispetto al 2004 e dovrebbero
aumentare, sebbene in misura minore, anche negli anni 2006 e 2007.
Il contributo alla spesa totale per R&S intra-muros del settore delle imprese
è sostenuto prevalentemente dalle unità produttive di maggiore dimen-
3 Ocse. Main Science and Technology Indicators, n. 1. Parigi, 2008. In accordo con la Commissione europea, l’Ocse raccoglie sistematicamente
i dati sulla R&S dei paesi Ue e pubblica regolarmente statistiche con confronti internazionali.
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