Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 56.pdf - Bibliotheca ...
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1 98 II A V<br />
Marcaiilonio Ginanni in un suo Lessico<br />
sul Blasone, che l'arme prendessero i ra-<br />
vennati dai goti, o perchè gliene <strong>di</strong>erono<br />
il privilegio, o l'adoltassero da se mede-<br />
simi peresserestala Ravenna la sede prin-<br />
cipale de'goli, ai quali molti attribuiscono<br />
due leoni, aggiuntovi il pino per accennare<br />
la gran selva , che non solo <strong>di</strong><br />
Ravenna, ma <strong>di</strong> tutta Italia è slata sem-<br />
pre ornamento. Muratori, Dissertazioni<br />
sopra le antichità italiane , <strong>di</strong>ssert, 27,<br />
tratta della zecca e delle monete <strong>di</strong> Ra-<br />
venna, e crede che nel 402 col <strong>di</strong>venire<br />
sede dell'impero occidentale, col portar-<br />
visi ad abitare l'imperatoreOnorio I, almeno<br />
da quel tempo la nobile città inco-<br />
minciasse a godere il privilegio della zec-<br />
ca. Non dubita che sotto i re Odoacre,<br />
Teodorico e successori, dal 476 al 54o,<br />
li tenesse Ravenna la prerogativa della<br />
zecca, e che Strada e Du Gange pubbli-<br />
cnrono monete degli altri re goti , pro-<br />
babilmente battute in Ravenna loro re-<br />
sidenza, ed ancora con l'effigie degl'im-<br />
peratori d'oriente, perchè tuttavia rico-<br />
noscevano in loro r alto dominio sopra<br />
r Italia. Aggiunge che sebbene allora si<br />
continuasse a battere moneta in Roma,<br />
pur anche ne godeva in que'tempi il <strong>di</strong>ritto<br />
Ravenna, ed in un documentodel54o<br />
scritto in Ravenna si trova : J^ilalis vir<br />
clarissimiis Monitarius, cioè ministro o<br />
presiden te della zecca; descri ve alcu ne mo<br />
nete e il Denarins Ravennatis , <strong>di</strong>cendo<br />
certo che in Ravenna batterono moneta<br />
Eraclio, ed Eraclio Gostanlino augusti,<br />
colla parola Ravenna, Ra^'.j altro avendo<br />
l'epigrafe, Felix Ravenna. Dopo poi<br />
che Ravenna fu presa dai longobar<strong>di</strong>, in-<br />
<strong>di</strong> donata alia chiesa romana , per lun-<br />
go tempo restò priva della prerogativa<br />
della zecca, in quale in seguito conferì<br />
l'imperatore Enrico IV nel io63 agli<br />
arcivescovi <strong>di</strong> Ravenna (già nel 996 Pa-<br />
pa Gregorio V gliene avea data facol-<br />
tà, come notai nel voi. XLVI, p. 1 1 2),<br />
ne'ninsei <strong>di</strong> Verona e Cortona essendo-<br />
vi denari d'argento, che nel <strong>di</strong>ritto han-<br />
•<br />
RA V<br />
no ÀrciepiscopuSy e nel rovescio De Ravena<br />
(intorno a una croce). Delle mone-<br />
te <strong>di</strong> Ravenna tratta pure Reposali, Z?eZla<br />
zecca <strong>di</strong> Gubbio 1. 1 .Conviene con Muratori<br />
che Onorio I fece battere moneta<br />
in Ravenna, quando <strong>di</strong>viso l' impero romano,<br />
gli toccò l'occidente, <strong>di</strong>cendo che<br />
gli arcivescovi n'ebbero il gius nel lOoo,<br />
e forse prima, e che queste monete erano<br />
<strong>di</strong> due sorti, l'una chiamati Zìflv'Pg"f/rt-<br />
ni piccoli, cioè <strong>di</strong> lega, e l'altra Rave-<br />
nnani d'argento. I ravegnani piccoli più<br />
antichi <strong>di</strong> quei d'argento corrispondeva-<br />
no al denaro e perciò i 2 <strong>di</strong> essi formavano<br />
un io\ào,c\i èva \\ ravennano d'ar'<br />
gente o grossi ravennati. Per concordato<br />
fallo colla zecca d'Ancona nel 1249 eri-<br />
portato da Carli , Zecche cV Italia t. 2,<br />
p.i 79, ciascuna lira <strong>di</strong> denaii ravennati<br />
o anconitani , teneva d' intrinseco grani<br />
676 bolognesi d'argento (ino, e valutato<br />
tanto questo, quanto il rame che vi en-<br />
trava, oggi corrisponderebbero ai 35 ba-<br />
iocchi romani. I ravegnani d' argento o<br />
ravegnani grossi più moderni de'suddelti,<br />
perchè battuti neliSoo circa, erano del<br />
valore <strong>di</strong> 12 ravegnani piccoli, e 20 formavano<br />
la lira, la quale conteneva grani<br />
56d d'argento finoapeso<strong>di</strong> Bologna, con<br />
un valore <strong>di</strong> bai. io5. Coli' andar degli<br />
anni <strong>di</strong>minuì nell'intrinseco la lira, onde<br />
nel I 3 1 6 due lire ravennati corrispondevano<br />
al fiorino <strong>di</strong> Firenze o posteriore gi-<br />
gliato, contenendo circa bai. 74 <strong>di</strong> mo-<br />
neta corrente. Neh 389 il fiorino dai 5o<br />
sol<strong>di</strong> ravennati, a cui fu fissato il valore<br />
nel i338 , si alzò a 74<br />
sol<strong>di</strong> <strong>di</strong> piccioli,<br />
cioè a 37 bolognini, ciascuno de'quali va-<br />
leva 24 piccioli, 12 <strong>di</strong> questi formando<br />
un soldo e 240 una lira della <strong>di</strong> piccioli.<br />
Scilla, Delle monete pontificie, p. 370, ri-<br />
ferisce che in Ravenna il car<strong>di</strong>nal Fie-<br />
schi legato <strong>di</strong> Leone X, vi battè ilgiulio<br />
e grosso con sua arme , ma deve rite-<br />
nersi arcivescovo. Della zecca <strong>di</strong> Raven-<br />
na , de* suoi denari e altre monete parlai<br />
in più luoghi, ed a Denari, e Monete<br />
roNTiFiciEOve<strong>di</strong>ssi dell'antichità della zec-