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Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 56.pdf - Bibliotheca ...

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262 RE<br />

<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong> Dio e si compra la danna-<br />

zione; e <strong>di</strong>e è necessario sottomellervisi,<br />

non solo per timore del gastigo, ma an-<br />

che per principio <strong>di</strong> coscienza. I sud<strong>di</strong>ti<br />

adunque debbono, i." Rispettare i sovra-<br />

ni come le immagini <strong>di</strong> Dio e partecipan-<br />

ti della podestà <strong>di</strong> lui: <strong>di</strong>ce s. Pietro, nel-<br />

VF.pist. I, cap. 2, V. i3 : temete Id<strong>di</strong>o e<br />

rcndele onore al re. 2.° Obbe<strong>di</strong>re allelo-<br />

j-o leggi, come <strong>di</strong> quelli che hanno avuto<br />

da Dio il potere <strong>di</strong> firle : si legge nel libro<br />

de'Prot'crii cap. 8, v. i5: per me regnano<br />

i regi, i legislatori or<strong>di</strong>nano quello<br />

cb'c giusto. 3.° Pagar loro i tributi e le<br />

gabelle : scrisse s. Paolo ai romani, Epist.<br />

I, cap. 8, V. 7<br />

: rendete a tutti quel che<br />

è dovuto, a chi il tributo, il tributo, a chi<br />

le gabelle, le gabelle. 4-"P«*Pg'ii'e per loro :<br />

s. Paolo a Timoteo Epist.i, cap. 2, v. i<br />

esortò: raccomando adunque prima <strong>di</strong><br />

lutto che si facciano suppliche, orazioni ...<br />

per i regi e per tutti i costituiti in posto<br />

sublime, afTuichè menino vita tranquilla.<br />

A Pbeghiera <strong>di</strong>ssi <strong>di</strong> quelle or<strong>di</strong>nate dal-<br />

la Chiesa pei sovrani. E" cosa degna del-<br />

la più attenta osservazione, cosa Inastante<br />

a togliere ogni preteslo d'in<strong>di</strong>pendenza e<br />

<strong>di</strong> ribellione, a manifestare come la vera<br />

religione è il migliore e il più saldo so-<br />

stegno de' 7ro«i(^.) e della pubblica tran-<br />

quillità, che il principe regnante nel tem-<br />

po in cui s. Paolo scriveva a Timoteo, e<br />

or<strong>di</strong>nava a tutti che gli prestassero ubbi-<br />

<strong>di</strong>enza e rispetto, che gli rendessero i tri-<br />

buti e le gabelle, che pregassero Id<strong>di</strong>o a<br />

dargli vita lunga, impero tranquillo, si-<br />

curezza nella famiglia, senato fedele , e-<br />

serciti valorosi , popolo ben costumato ,<br />

questo principe era Nerone, ficrissimo e<br />

crudelissimo nemico dellaChiesa e del cristianesimo.<br />

Con quanto maggior impegno<br />

per conseguenza si dovranno adempire i<br />

doveri accennatia riguardo <strong>di</strong>que'sovra-<br />

ri che sono figli della Chiesa, che la ono-<br />

rano, che la proteggono? I primi cristia-<br />

ni si mantennero riverenti agl'imperatori<br />

cai magistrati, benché idolatri, servirono<br />

con fedeltà negli eserciti; e <strong>di</strong>venuti<br />

RE<br />

forti e polenti pel numero e per lo stretto<br />

vincolo <strong>di</strong> carità, che li legava fortemen-<br />

te fra loro, lungi dal ribellarsi a que'prin-<br />

cipi che erano per loro barbari tiranni ,<br />

non opposero alle fiere sevizie calle sanguinose<br />

crudeltà, che una pazienza e una<br />

mansuetu<strong>di</strong>ne invitta , che li rese am-<br />

mirabili anche nel co-^petto de' persecutori<br />

e de'carnefici. La chiesa <strong>di</strong> Smirne,<br />

nella sua lettera a quella <strong>di</strong> Ponto , sul<br />

martirio <strong>di</strong> s. Policarpo, e' insegna che<br />

quel gran santo <strong>di</strong>chiarò altamente, che<br />

i cristiani erano obbligati <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>re ai<br />

principi: s. Giustino <strong>di</strong>chiara la medesima<br />

cosa nella sua 2.* apologia in<strong>di</strong>rizzata ad<br />

Antonino; Tertulliano e gli altri Padri<br />

riconoscono il medesimo dovere, e questo<br />

la Chiesa ha sempre insegnato, ed i Pon-<br />

tefici costantemente inculcato. Il concilio<br />

<strong>di</strong> Toledo del 643 decretò : Anatema<br />

tremendo contro chiunque oserà violare<br />

il giuramento fatto ai re; e contro quelli<br />

che attentano contro l'autorità e la vita<br />

loro. Quello del 656 <strong>di</strong>spose: I vescovi e<br />

i chieiicì, che avranno violati i giuramen-<br />

ti falli per la sicurezza del principe e del-<br />

lo stato, saranno deposti; sarà permesso<br />

tuttavia al principe <strong>di</strong> far loro grazia. Il<br />

concilio <strong>di</strong> Tours del i583 decretò: Se<br />

alcuno per uno spirito d'orgoglio e d'in-<br />

<strong>di</strong>pendenza si solleva contro la podestà<br />

reale, <strong>di</strong> cui Dio medesimo è l' istitutore,<br />

e ricusa d' ubbi<strong>di</strong>re senza volersi lasciar<br />

convincere dalla ragioneedalla religione,<br />

che gli prescrivono un'ubbi<strong>di</strong>enza intie-<br />

ra, sia anatema. Nel 1 796 in Como fu<br />

pubblicalo : Cosa e un re, opera dell'ab.<br />

d. Antonio de Foppoli contro Veresia po-<br />

litica de'filosofi del secolo 18.° Egli ri-<br />

sponde alla domanda col linguaggio del<br />

cattolico. » Il re è il ministro <strong>di</strong> Dio; e<br />

da Dio ha tutto il suo potere, il quale è<br />

il <strong>di</strong>stributore de'regni. Al contrario l'e-<br />

retico, lo scismatico, l' incredulo, il giacobino,<br />

e tutti i filosofi del modernoempio,<br />

fatale e falso sistema, gridano ad una<br />

voce che il re non è altro che un uffizia-<br />

le delle Provincie, un delegato delle na-

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