capitolo settimo la ricostruzione delle cause della morte ... - Kataweb
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La risposta consente interessanti osservazioni:<br />
RAPEZZI Continuo a credere che i rilievi istologici descritti siano compatibili con un danno da<br />
cateco<strong>la</strong>mine, sono d accordo con il professor Thiene nel dire che ciò che è stato riprodotto<br />
iconograficamente non è certo paradigmatico, ma <strong>la</strong> descrizione analitica presente nell autopsia,<br />
l uso dei termini non solo di ondu<strong>la</strong>zione, ma anche di retrazione, mi ha convinto, e continua a<br />
convincermi, per un danno da cateco<strong>la</strong>mine, sicuramente non di quelli paradigmatici che io<br />
mostro a lezione o al congresso.<br />
Il che significa che le parole di Ma<strong>la</strong>guti debbano considerarsi più importanti e<br />
significative <strong>delle</strong> foto dei reperti istologici che il prof. Rapezzi considera, con il prof.<br />
Thiene, non indicative di bande di contrazione, dimenticando che Ma<strong>la</strong>guti e Lumare<br />
da null altro potevano trarre le loro deduzioni se non dalle stessi insignificanti<br />
foto dei vetrini che consentono di par<strong>la</strong>re solo di ondu<strong>la</strong>zione e retrazione <strong>delle</strong><br />
miofibre e non di bande di contrazione.<br />
Dice ancora il prof. Rapezzi:<br />
DOMANDA Ma il danno istologico del muscolo cardiaco e le bande di contrazione ci sono o non<br />
ci sono?<br />
RAPEZZI Ripeto, non le ho viste direttamente, ho valorizzato <strong>la</strong> descrizione e <strong>la</strong> riproduzione<br />
fotografica, a mio parere ci sono in una forma che non è quel<strong>la</strong> severa, paradigmatica, ma che è<br />
in una forma di grado inferiore in quel punto, ma compatibile con <strong>la</strong> diagnosi.<br />
Ciò significa, ancora una volta, che il prof. Rapezzi non avendo avuto alcuna<br />
cognizione di danno istologico al muscolo cardiaco ha fondato tutta <strong>la</strong> sua<br />
<strong>ricostruzione</strong> sul<strong>la</strong> descrizione e sul<strong>la</strong> riproduzione fotografica che in realtà quel<br />
danno non ammettono, ragion per cui non è dato capire da cosa il prof. Rapezzi<br />
deduca quell astratta compatibilità. Ancora una volta <strong>la</strong> risposta viene offerta, poco<br />
dopo, ritornando all e.d.s conc<strong>la</strong>mato e grave di cui il prof. Rapezzi si dichiara<br />
assolutamente certo.<br />
Riteniamo di non dovere insistere sull inconsistenza logica di un tale modo di<br />
argomentare, dovendo essere <strong>la</strong> prova del danno da cateco<strong>la</strong>mine a consentire ad<br />
un tecnico di risalire induttivamente all e.d.s. Né può valere <strong>la</strong> correzione apportata<br />
da Rapezzi al suo argomentare - si tratta con tutta evidenza di persona che è<br />
perfettamente in grado di rendersi conto del<strong>la</strong> debolezza dei suoi argomenti<br />
quando afferma che il dato istologicom, pur non fornendo prova diretta, si integra<br />
in un quadro di compatibilità sul<strong>la</strong> <strong>ricostruzione</strong> fondata sul dato circostanziale. Il<br />
dato istologico non deve limitarsi ad apparire compatibile, deve rappresentare <strong>la</strong><br />
prova diretta di una situazione quale quel<strong>la</strong> descritta dal prof. Rapezzi in termini<br />
foschi nel corso del suo primo intervento.<br />
Il prof. Thiene ha quindi gioco facile nell affrontare <strong>la</strong> questione dell e.d.s. dal punto<br />
di vista cardiopatologico, seguendo <strong>la</strong> sua impostazione. Nel caso in discussione<br />
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