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capitolo settimo la ricostruzione delle cause della morte ... - Kataweb

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Tutto già sentito da altri, a partire dai periti d ufficio, ma esposto con l eleganza e <strong>la</strong><br />

competenza che caratterizzano il prof. Beduschi.<br />

Ancora importanti osservazioni.<br />

Il debito d ossigeno va crescendo, persistendo <strong>la</strong> noxa attiva: non è quindi vero che<br />

<strong>la</strong> colluttazione non abbia avuto effetto nell incrementarlo. In ogni caso<br />

l immobilizzazione incrementa il debito anche dal <strong>la</strong>to dell offerta oltre che dal <strong>la</strong>to<br />

del<strong>la</strong> domanda.<br />

Il debito di ossigeno si manifesta immediatamente con <strong>la</strong> dispnea, <strong>la</strong> fame d aria, il<br />

boccheggia mento, con l iperpnea se meccanicamente consentita:<br />

L'iperpnea poi ha il suo intermedio causale nell'acidosi. La catena è: debito d'ossigeno,<br />

ipercapnia, acidosi. Questa è <strong>la</strong> catena biometabolica, poi diventa abbastanza argomentativo,<br />

sco<strong>la</strong>stica <strong>la</strong> divisione di che cosa da l'uno, di che cosa dà l'altro, di che cosa dà l'altro, sono una<br />

fenomenologia unitaria che si manifesta in questi casi.<br />

Esistono regole di comportamento ovvie e di comune esperienza per soccorrere<br />

soggetti che si trovano in debito d ossigeno, rimuovendo in primo luogo tutti gli<br />

ostacoli che si frappongano all afflusso di ossigeno o riducendo tutto ciò che ne<br />

produce il consumo. E notorio l insegnamento ai soccorritori di strada di mettere in<br />

posizione di sicurezza i soggetti con difficoltà respiratorie per consentire il massimo<br />

afflusso d aria. Si tratta di insegnamenti fondamentali che agenti di polizia devono<br />

conoscere.<br />

In conclusione l analisi acuta del prof. Beduschi consente di concludere che già dal<strong>la</strong><br />

consulenza Ma<strong>la</strong>guti-Lumare emergeva come <strong>la</strong> causa del<strong>la</strong> <strong>morte</strong> ascritta ad<br />

insufficienza miocardica acuta<br />

determinata dallo stress psicofisico mettesse in<br />

luce il ruolo determinante dell agitazione, delineandosi un meccanismo prolungato<br />

che portava all ipossia, fattore a sua volta causale rispetto all insufficienza<br />

miocardica. Escluso un significativo contributo <strong>delle</strong> sostanze stupefacenti, l evento<br />

che determinante l ipossia doveva essere individuato nell immobilizzazione, posto<br />

che <strong>la</strong> so<strong>la</strong> agitazione psicomotoria non produce di per sé insufficienza<br />

cardiorespiratoria, potendo il soggetto compensare il bisogno di ossigeno,<br />

aumentando <strong>la</strong> respirazione o riducendo l agitazione, in assenza di alcuna prova di<br />

una condizione estrema di delirio agitato ed essendo invece ben provata una<br />

prolungata condizione di immobilizzazione. Tutto ciò sul piano logico e fattuale era<br />

ed è indiscutibile. Rimaneva meno specificamente determinato, e doveva essere<br />

risolto sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> procedura indiziaria, il concreto prodursi dell ipossia sfociata<br />

nel<strong>la</strong> <strong>morte</strong>: durata, intensità del<strong>la</strong> compressione in rapporto al<strong>la</strong> produzione in<br />

breve tempo dell evento, manifestarsi evidente di una condizione di asfissia e dei<br />

segni rive<strong>la</strong>tori che avrebbero imposto a chiunque di provvedere in soccorso,<br />

liberando le vie aeree. Questi punti che <strong>la</strong> <strong>ricostruzione</strong> del prof. Beduschi affidava<br />

al<strong>la</strong> prova logica e induttiva, una volta stabilito che il meccanismo individuato era il<br />

solo che poteva spiegare <strong>la</strong> <strong>morte</strong>, e che costituivano obbiettivamente <strong>la</strong> parte<br />

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