capitolo settimo la ricostruzione delle cause della morte ... - Kataweb
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pazienti. Evidente qui il prof. Berardi è posto nell alternativa o di ammettere di<br />
essere un clinico nelle mani del quale i pazienti spesso decedono ovvero di dovere<br />
negare <strong>la</strong> propria precedente descrizione degli effetti del<strong>la</strong> sindrome. Ovviamente,<br />
<strong>la</strong> premessa di base sta nell<br />
affermazione del consulente dell identità degli effetti<br />
del<strong>la</strong> sindrome, a prescindere dal canale a Y di convogliamento del fattori scatenanti<br />
( ma<strong>la</strong>ttie mentale o abuso di sostanze ). La risposta è molto imbarazzata e cerca<br />
invano di tenere insieme i due aspetti del<strong>la</strong> questione:<br />
RISPOSTA Come si rientra da questi casi? Intanto<br />
DOMANDA Di tipo psichiatrico?<br />
RISPOSTA Intanto ci sono dei casi dove purtroppo non si rientra perché io ho memoria e ho<br />
conoscenza anche di casi letali in ambito psichiatrico, cioè di pazienti che sono deceduti.<br />
DOMANDA Di fronte a lei. Mi scusi professore, se io le ho chiesto <strong>la</strong> sua esperienza specifica, se<br />
le è mai capitato di vedere un paziente affetto da questa sindrome di excited delirium morire<br />
oppure se lo ha appreso dal<strong>la</strong> letteratura così come sono venuti molti a dircelo?<br />
RISPOSTA Sì, ne ho visti anche morire, ne ho visti morire proprio il periodo in cui ho <strong>la</strong>vorato a<br />
Ferrara e facevo <strong>delle</strong> guardie, all inizio del<strong>la</strong> mia carriera, i primi anni 80, facevo <strong>delle</strong> guardie in<br />
ospedale psichiatrico e ho visto dei pazienti morire da excited delirium, dopodiché queste morti mi<br />
hanno molto colpito e quando sono poi tornato a Bologna in istituto ed a <strong>la</strong>vorare in reparto mi<br />
sono dato proprio come uno dei miei interessi principali di prevenire al massimo le morti. Il<br />
direttore dell Istituto, allora il vecchio professor Gentili, era molto interessato a queste cose e così<br />
noi stabilimmo un rapporto di col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong> medicina interna dell Ospedale Maggiore e<br />
mettemmo in piedi un protocollo molto artico<strong>la</strong>to, molto ricco proprio per gestire al meglio e<br />
prevenire, quindi un intervento, come dire, non comune, certamente non comune, era proprio un<br />
nostro scopo clinico scientifico. Quindi da lì <strong>la</strong> mortalità si è ridotta, però ci sono stati poi degli altri<br />
casi letali e sono a conoscenza di casi letali anche recenti, che però sono successi dopo che io ho<br />
<strong>la</strong>sciato il reparto e sono passato al centro di salute mentale.<br />
Insomma di e.d.s negli ospedali diretti dal prof. Berardi non si muore. Però di questa<br />
ma<strong>la</strong>ttia si moriva un tempo, quando il dr. Berardi non era ancora il prof. Berardi e si<br />
muore tuttora nei reparti <strong>la</strong>sciati dal dr. Berardi. Nelle mani del prof. Berardi dai<br />
primi anni ottanta non è più deceduto alcun paziente affetto da e.d.s.<br />
Il caso di Federico Aldrovandi sarebbe un caso forse unico in letteratura, un caso di<br />
sindrome acutissima , iperacuta , perché per il prof. Berardi nei casi acuti si<br />
muore nel giro di ore, nei casi meno acuti di giorni. Essendo Aldrovandi morto nel<br />
giro di mezz ora sarebbe stato interessante se il prof. Berardi avesse accompagnato<br />
<strong>la</strong> sua deposizione con il racconto di un caso analogo.<br />
Il caso Aldrovandi è dunque un caso unico nel<strong>la</strong> casistica degli e.d.s., seguendo il<br />
prof. Berardi.<br />
Il consuelente ha quindi ammesso che nello studio da lui citato non si faceva<br />
riferimento agli aspetti quantitativi del<strong>la</strong> sostanza assunta ma si dava solo conto<br />
dell accertamento del<strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> sostanza stessa nelle persone decedute.<br />
Berardi ha poi nettamente modificato il senso dello studio citato, re<strong>la</strong>tivo a 216 casi<br />
di morti, avvenute subito dopo l intervento del<strong>la</strong> polizia, specificando che si trattava<br />
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