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Immigrazione in Trentino 2003_Infosociale 7.pdf - Cinformi

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2.5 Comportamenti devianti e azione repressiva<br />

Anche nel caso di un argomento complesso e carico di tensioni ideologiche,<br />

come il co<strong>in</strong>volgimento dei cittad<strong>in</strong>i stranieri <strong>in</strong> comportamenti devianti o crim<strong>in</strong>ali,<br />

è utile partire da una breve riproposta dei term<strong>in</strong>i di fondo della questione<br />

(Caritas, 2002; <strong>2003</strong>; Ismu, <strong>2003</strong>). Per comprendere la portata della<br />

devianza straniera, <strong>in</strong> un contesto locale, come quello trent<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> cui s<strong>in</strong>o a<br />

oggi non sono emersi grandi allarmismi sociali né strumentalizzazioni politiche<br />

al riguardo, è necessario un approccio “laico” e non aprioristico. Come<br />

qualcuno ha recentemente osservato, occorre andare<br />

[al di là dei] term<strong>in</strong>i del “vecchio” dibattito fra chi <strong>in</strong>terpreta la sproporzione tra i tassi degli<br />

italiani e quelli degli stranieri come evidente prova della maggiore diffusione di comportamenti<br />

crim<strong>in</strong>ali tra i secondi, o viceversa come evidente prova di discrim<strong>in</strong>azione e di eccesso di zelo<br />

rispetto a questi stessi, da parte delle polizie e dell’amm<strong>in</strong>istrazione della giustizia e <strong>in</strong> genere<br />

da parte della società degli “<strong>in</strong>clusi”. (S. Palidda, <strong>in</strong> Ismu, <strong>2003</strong>)<br />

Con questa premessa teorica, possiamo rivolgere l’attenzione ai pr<strong>in</strong>cipali<br />

<strong>in</strong>dicatori di esposizione alla devianza e alla crim<strong>in</strong>alità immigrata emersi, a<br />

livello nazionale e locale, nel corso del 2002 (Caritas, <strong>2003</strong>).<br />

Incidenza delle denunce. Un primo dato significativo, dal punto di vista giudiziario,<br />

è rappresentato dall’ammontare delle denunce a carico di immigrati.<br />

Queste, a livello nazionale, risultavano pari – alla f<strong>in</strong>e del 2001, ultimo dato<br />

disponibile – a circa 89.000 unità, ossia al 17,4% del totale, con un lieve decremento<br />

(nell’ord<strong>in</strong>e di un paio di punti percentuali) rispetto all’anno precedente;<br />

valori non dissimili risultano dall’<strong>in</strong>cidenza dei reati ascritti alla popolazione carceraria<br />

straniera (18,7%), dato, a sua volta, <strong>in</strong> leggero calo relativo.<br />

Distribuzione e tipologie di reati. In l<strong>in</strong>ea generale, la crim<strong>in</strong>alità straniera non<br />

“impatta” <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>differenziato su tutto il panorama delle attività illecite, ma<br />

tende a concentrarsi su alcuni ambiti limitati e su specifiche tipologie di reato:<br />

dall’analisi degli illeciti imputati ai denunciati stranieri emergono anzitutto i reati<br />

contro il patrimonio (40% del totale), rappresentati <strong>in</strong> primo luogo dai furti;<br />

qu<strong>in</strong>di i “reati contro l’economia e la fede pubblica” (25%), riconducibili per lo<br />

più al campo della droga (produzione e spaccio di sostanze stupefacenti); <strong>in</strong><br />

terzo luogo i reati contro la persona (13% circa). Le voci di imputazione successive<br />

<strong>in</strong>teressano i “delitti contro lo Stato e l’ord<strong>in</strong>e pubblico” (8%, ma con<br />

un’<strong>in</strong>cidenza m<strong>in</strong>imale delle associazioni a del<strong>in</strong>quere) e i “delitti contro la famiglia,<br />

la moralità pubblica e il buon costume” (un 2% che rimanda alla sfera degli<br />

abusi familiari, ma anche a comportamenti legati alla prostituzione).<br />

Specializzazioni etniche. La tesi secondo cui “certi immigrati sono più propensi<br />

a determ<strong>in</strong>ati reati di altri” andrebbe sempre verificata e argomentata<br />

con circospezione, giacché rischia di legittimare una stigmatizzazione generalizzata<br />

di taluni gruppi nazionali, e magari di <strong>in</strong>nescare ulteriori d<strong>in</strong>amiche<br />

di “etichettamento”. Sta di fatto che i dati disponibili a livello nazionale – e se<br />

<strong>in</strong>fosociale 7<br />

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