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Immigrazione in Trentino 2003_Infosociale 7.pdf - Cinformi

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cetto designa tutte le situazioni familiari caratterizzate dalla separazione<br />

prolungata tra madre migrante e figlio rimasto nel luogo di orig<strong>in</strong>e. Le donne,<br />

come abbiamo visto, migrano sole, vivono <strong>in</strong> Italia lontane dai loro familiari, i<br />

quali, per lo più, restano nel paese di orig<strong>in</strong>e. Chi resta sono i genitori, i fratelli<br />

e le sorelle, i mariti, i figli: ciò significa che queste donne si separano dai loro<br />

congiunti più stretti. Alcune, le più anziane, lasciano figli già grandi, ormai<br />

sposati e a loro volta genitori, altre si separano per lungo tempo da bamb<strong>in</strong>i<br />

anche piccoli. Parlare di queste donne come madri transnazionali significa<br />

riconoscere il ruolo da esse svolto <strong>in</strong> seno alla famiglia, senza dimenticare,<br />

però, che questo ruolo viene esercitato <strong>in</strong> un ambito spaziale che non è<br />

quello usualmente concepito; un ambito spaziale che si sp<strong>in</strong>ge oltre i conf<strong>in</strong>i<br />

nazionali, ben al di là del contesto <strong>in</strong> cui si svolge la vita quotidiana del<br />

gruppo familiare. Queste donne sono madri nel momento <strong>in</strong> cui scelgono<br />

di migrare, perché lo fanno per sostenere la famiglia, e restano pur sempre<br />

madri nonostante siano per lungo tempo separate dai figli: la maternità transnazionale<br />

si manifesta assumendo la forma di un circuito di affetto, cura e<br />

supporto f<strong>in</strong>anziario – aspetti essenziali della maternità – che trascende i<br />

conf<strong>in</strong>i nazionali. L’assenza fisica della donna non significa, del resto, anche<br />

assenza emotiva:<br />

Il figlio aveva sette anni, adesso ce ne ha nove e non immag<strong>in</strong>o, quando vado a casa, come è<br />

cambiato, perché li vedo così solo <strong>in</strong> foto… è molto difficile per ricordare, li sento tutti al telefono…<br />

la figlia aveva nove anni e adesso undici alla f<strong>in</strong>e di febbraio. Cresciuti li vedo, <strong>in</strong> foto<br />

quando li guardo: la figlia sarà così, era piccol<strong>in</strong>a e adesso… (O., moldava)<br />

Oltre ad essere presente dal punto di vista emotivo, la madre rivendica il<br />

suo ruolo e la sua importanza provvedendo al sostentamento dei figli, proteggendo<br />

il loro benessere presente e apprestando la loro felicità futura. È<br />

proprio per questo che la donna <strong>in</strong>traprende l’esperienza migratoria: la madre<br />

dimostra di non venire meno alle responsabilità di cura per il fatto di essere<br />

partita, ma anzi prova esplicitamente che è migrata proprio per adempiere<br />

ai suoi compiti. Le madri immigrate che si separano dai loro figli stanno<br />

costruendo ed imponendo attivamente, ma non sempre consapevolmente<br />

e volontariamente, modelli alternativi di maternità, divergenti e quasi contraddittori<br />

rispetto all’idea che di essa si ha sia <strong>in</strong> Italia sia nei loro paesi di<br />

provenienza. La madre non dovrebbe forse provvedere giorno dopo giorno ai<br />

propri figli, curarli, nutrirli, educarli, coccolarli, seguirli nella loro crescita? La<br />

madre, compatibilmente con i suoi impegni lavorativi – sono sempre meno<br />

numerose, <strong>in</strong>fatti, le donne che si dedicano esclusivamente all’attività domestica<br />

–, non è forse colei che è sempre vic<strong>in</strong>a ai suoi figli? La madre transnazionale<br />

provvede loro, ma a distanza. Tale diversità espone queste madri alla<br />

critica e alla disapprovazione da parte dell’altro:<br />

Chi già è stato qua capisce, ma altre persone dicono che siamo le donne non per bene, perché<br />

lasciamo marito, lasciamo bamb<strong>in</strong>i, tutto… dicono che non siamo tanto buone. (N., ucra<strong>in</strong>a)<br />

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<strong>in</strong>fosociale 7

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