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Immigrazione in Trentino 2003_Infosociale 7.pdf - Cinformi

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Anche al di là della componente – del tutto residuale – delle istanze di regolarizzazione<br />

rigettate o archiviate, non si può non riconoscere che l’effetto<br />

d’<strong>in</strong>sieme, rispetto allo status quo della divisione per gruppi nazionali, è<br />

assai significativo. Vi sono due gruppi nazionali dell’Europa ex sovietica,<br />

altamente femm<strong>in</strong>ilizzati e legati all’emersione del lavoro di cura, che entrano<br />

praticamente ex novo nel novero dell’immigrazione regolare: Ucra<strong>in</strong>a (che ha<br />

raccolto, da sola, oltre un quarto di tutte le domande di sanatoria) e Moldavia.<br />

Un altro aumento di numero molto rilevante è quello che <strong>in</strong>teressa due<br />

nazionalità, anch’esse concentrate nel settore domiciliare e composte per lo<br />

più da donne, come quelle polacca e, soprattutto, ecuadoriana. C’è poi un<br />

caso non riducibile a una prevalenza di genere né di ambito di <strong>in</strong>serimento<br />

lavorativo, come quello rumeno, che dovrebbe vedere una crescita della<br />

presenza straniera di circa 500 unità, seconda soltanto all’Ucra<strong>in</strong>a; <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e,<br />

vi sono altre nazionalità che vantano anch’esse una presenza già diffusa e<br />

sedimentata – Albania e Marocco, ma anche Pakistan, Macedonia e Tunisia<br />

– che vedranno aumentare la loro consistenza di una soglia compresa tra il<br />

4% e l’11% della popolazione residente.<br />

Vale la pena notare, per <strong>in</strong>ciso, le diverse <strong>in</strong>cidenze percentuali che emergono<br />

all’<strong>in</strong>terno di alcune nazionalità, dal rapporto tra “regolarizzandi” e residenti,<br />

da un lato, e soggiornanti, dall’altro. La spiegazione, <strong>in</strong> questo caso, è<br />

semplice: i gruppi nazionali che sono maggiormente cresciuti con la sanatoria<br />

– Ucra<strong>in</strong>a e Moldavia, ma anche Polonia ed Ecuador – avevano, a monte<br />

della sanatoria stessa, una presenza numerica esigua, <strong>in</strong>stabile e poco<br />

radicata sul territorio; una presenza rispetto alla quale l’<strong>in</strong>dicatore dei “soggiornanti”<br />

era forse più adeguato (o meno <strong>in</strong>adeguato, visti gli elevati livelli di<br />

irregolarità) di quello dei “residenti” (che presuppone una stabilità territoriale<br />

che, per queste nazionalità, non si è ancora prodotta). Si spiegano così, <strong>in</strong><br />

generale, i casi <strong>in</strong> cui il numero dei soggiornanti è visibilmente maggiore di<br />

quello dei residenti.<br />

Nella figura che segue abbiamo cercato di mettere <strong>in</strong> luce le ripercussioni dei<br />

“nuovi numeri” degli stranieri emergenti dalla sanatoria, rispetto agli equilibri<br />

preesistenti nei diversi gruppi nazionali: al di là dei valori assoluti, l’impatto<br />

della sanatoria – per come il posizionamento dei riquadri chiari, all’<strong>in</strong>terno<br />

del grafico, si presta a misurarlo – è stato molto più significativo e visibile per<br />

gruppi numericamente marg<strong>in</strong>ali come quelli menzionati poc’anzi, che per le<br />

comunità più numerose, dal Marocco all’Albania, che da anni rappresentano<br />

la “sp<strong>in</strong>a dorsale” dell’immigrazione <strong>in</strong> Trent<strong>in</strong>o.<br />

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<strong>in</strong>fosociale 7

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