Immigrazione in Trentino 2003_Infosociale 7.pdf - Cinformi
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1.5 La presenza femm<strong>in</strong>ile<br />
È ormai ben nota la tendenza al graduale riequilibrio di genere che ha caratterizzato,<br />
nella seconda metà degli anni Novanta, la presenza straniera <strong>in</strong><br />
prov<strong>in</strong>cia di Trento. Da un modello tendenzialmente <strong>in</strong>centrato sul “lavoratore<br />
maschio adulto” si è <strong>in</strong>fatti gradualmente passati, nel corso del decennio<br />
scorso, a un profilo di genere più diversificato, per effetto sia dell’aumento dei<br />
ricongiungimenti familiari (e delle seconde generazioni), sia dei nuovi flussi di<br />
donne primo-migranti, richiamate con particolare <strong>in</strong>tensità, negli ultimi anni,<br />
da quella domanda semi-sommersa di lavoro domiciliare di cui la regolarizzazione<br />
ha sancito – anche se, probabilmente, non risolto – l’esistenza. È<br />
soprattutto per effetto di questi ultimi flussi – quelli emersi dalla sanatoria, ma<br />
anche quelli che si riproporranno <strong>in</strong> futuro – che è lecito attendersi, nell’arco<br />
dei prossimi anni, una ulteriore sp<strong>in</strong>ta alla “femm<strong>in</strong>ilizzazione”, specie <strong>in</strong> relazione<br />
ad alcuni gruppi nazionali, della presenza straniera <strong>in</strong> Trent<strong>in</strong>o.<br />
Per quanto riguarda la popolazione immigrata residente a f<strong>in</strong>e 2002, <strong>in</strong><br />
un’ottica di genere, rimangono sostanzialmente <strong>in</strong>variati gli equilibri affermatisi<br />
negli ultimi anni: l’<strong>in</strong>cidenza dell’immigrazione femm<strong>in</strong>ile, <strong>in</strong>fatti, è pari<br />
al 46,6% della popolazione straniera totale, con un lieve aumento rispetto<br />
all’anno precedente (dal 45,1 al 45,6%), peraltro, nel caso della componente<br />
extracomunitaria. Dalla riclassificazione dei maggiori gruppi nazionali<br />
secondo il grado di “femm<strong>in</strong>ilizzazione”, ancora una volta, emerge un quadro<br />
assai diverso da quello a cui rimandano i valori assoluti per nazionalità.<br />
Trova conferma anche dai dati del 2002 la schematica ripartizione dei maggiori<br />
gruppi nazionali, <strong>in</strong> funzione dell’<strong>in</strong>cidenza relativa della presenza femm<strong>in</strong>ile:<br />
- <strong>in</strong> primo luogo, alcune nazionalità a netta prevalenza femm<strong>in</strong>ile, ma di consistenza<br />
numerica relativamente bassa: i gruppi lat<strong>in</strong>oamericani e la Polonia<br />
(caso rispetto al quale il dato dei residenti non dice tutto, visto il fenomeno,<br />
difficile da quantificare ma ben noto sul territorio locale, delle migrazioni<br />
“pendolari”, che sfruttano la periodicità dei visti di <strong>in</strong>gresso per turismo), ma<br />
anche, come si vedrà, le nazionalità est-europee che stanno “emergendo” a<br />
valle della regolarizzazione;<br />
- <strong>in</strong> secondo luogo, gruppi caratterizzati da una sostanziale parità tra maschi<br />
e femm<strong>in</strong>e – è questo il caso, <strong>in</strong> Trent<strong>in</strong>o, dei c<strong>in</strong>esi e dei rumeni – o, comunque,<br />
da una presenza femm<strong>in</strong>ile che, un tempo m<strong>in</strong>oritaria, è gradualmente<br />
cresciuta negli ultimi anni, per lo più <strong>in</strong> relazione ai ricongiungimenti familiari<br />
(i paesi ex jugoslavi, ma anche l’Albania e il Marocco);<br />
- da ultimo, un <strong>in</strong>sieme di paesi (come Tunisia, Pakistan e Algeria) che, nonostante<br />
il lieve aumento registrato nella componente femm<strong>in</strong>ile, corrispondono<br />
ancora a un modello migratorio essenzialmente maschile, che solo <strong>in</strong><br />
taluni casi si è aperto al ricongiungimento familiare, e qu<strong>in</strong>di a un maggior<br />
“equilibrio di genere” all’<strong>in</strong>terno dei flussi.<br />
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<strong>in</strong>fosociale 7