Immigrazione in Trentino 2003_Infosociale 7.pdf - Cinformi
Immigrazione in Trentino 2003_Infosociale 7.pdf - Cinformi
Immigrazione in Trentino 2003_Infosociale 7.pdf - Cinformi
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
2. L’immigrazione <strong>in</strong> Trent<strong>in</strong>o nell’anno della sanatoria:<br />
l’emersione del lavoro di cura<br />
Già notavamo lo scorso anno che, dopo essere rimasta per qualche anno un<br />
po’ marg<strong>in</strong>ale e come appartata rispetto alle migrazioni <strong>in</strong>ternazionali dirette<br />
verso l’Italia, verso la f<strong>in</strong>e degli anni Novanta la nostra prov<strong>in</strong>cia ha registrato<br />
un <strong>in</strong>cremento molto sensibile e crescente di arrivi da paesi extra-comunitari.<br />
L’aspetto più appariscente e statisticamente rilevabile del fenomeno è<br />
consistito nel ricorso a lavoratori immigrati come manodopera stagionale per<br />
le campagne di raccolta dei prodotti agricoli e, <strong>in</strong> m<strong>in</strong>or misura, per il settore<br />
turistico-alberghiero. Il Trent<strong>in</strong>o spicca nel panorama nazionale come caso<br />
esemplare di immigrazione a tempo e scopo def<strong>in</strong>ito, regolare e regolata, con<br />
8.967 lavoratori autorizzati all’<strong>in</strong>gresso nel 2002. Ma già dai dati pubblicati<br />
lo scorso anno si rendeva evidente la tendenza all’<strong>in</strong>sediamento stabile e<br />
al radicamento sul territorio di una quota crescente della popolazione immigrata.<br />
Basti pensare alla partecipazione scolastica, che ha <strong>in</strong>teressato nell’anno<br />
scolastico 2002/<strong>2003</strong> 3.251 allievi di orig<strong>in</strong>e straniera (+19,5% rispetto<br />
all’anno precedente).<br />
La grande sanatoria del 2002 ha rivelato però un altro volto dell’<strong>in</strong>contro tra<br />
società trent<strong>in</strong>a e forza lavoro extracomunitaria, quello sommerso e opaco<br />
dell’impiego di donne straniere come collaboratrici familiari e assistenti domiciliari<br />
delle persone anziane. Su 3.181 istanze, circa 2.000 si riferiscono a<br />
donne, e le occupazioni di collaboratrice familiare e addetta all’assistenza a<br />
domicilio assorbono il 58% circa del totale. Non che questa realtà fosse del<br />
tutto ignota. Se ne parlava e si com<strong>in</strong>ciava a <strong>in</strong>terrogarsi su come regolarla.<br />
Ma le fonti statistiche erano <strong>in</strong>capaci di coglierne le proporzioni e le istituzioni<br />
si trovavano a doversi confrontare con un mercato del lavoro parallelo e <strong>in</strong>governabile,<br />
che assumeva per certi aspetti i contorni dell’abusivismo di massa<br />
e per altri il profilo dello stato di necessità. Anche <strong>in</strong> un contesto di welfare<br />
locale ben organizzato e mediamente efficiente, trova conferma una constatazione:<br />
il sistema di protezione sociale italiano, basato <strong>in</strong> ampia misura sulla<br />
solidarietà familiare, si trova <strong>in</strong> affanno.<br />
Si tratta di un sistema di assistenza sociale poco sviluppato, <strong>in</strong> confronto ai<br />
paesi del Nord e del Centro Europa, basato <strong>in</strong> larga misura su trasferimenti<br />
di reddito agli <strong>in</strong>dividui (pr<strong>in</strong>cipalmente, trattamenti pensionistici), a cui fa da<br />
contrasto una m<strong>in</strong>ore copertura della domanda di servizi alle persone da<br />
parte dell’<strong>in</strong>tervento pubblico. Ai trasferimenti si associa una delega, per lo<br />
più implicita, alle famiglie, aff<strong>in</strong>ché cont<strong>in</strong>u<strong>in</strong>o a farsi carico delle domande<br />
di cura dei propri membri (si è parlato <strong>in</strong> proposito di un “welfare <strong>in</strong>visibile”,<br />
basato sul lavoro non riconosciuto e non retribuito delle mogli-madri). Ma<br />
oggi l’<strong>in</strong>sorgere di vari fenomeni <strong>in</strong>debolisce la disponibilità di questa risorsa:<br />
dalla fragilità delle unioni, all’<strong>in</strong>vecchiamento della popolazione, all’aumento<br />
del lavoro extradomestico delle donne sposate. Il ricorso alla collaborazione<br />
<strong>in</strong>fosociale 7<br />
16